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Pansa: vi raccontocome Scalfarifece di Repubblicaun giornale-caserma

Storia del giornale divenuto strumento di potere e dell'uomo che l'ha prima creato e poi se l'è fatto fregare da Ezio Mauro

Matteo Legnani
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Esistono tanti modi per narrare la storia di una nazione. Uno di questi è iniziare a osservarla da un posto di vedetta speciale: i grandi giornali quotidiani. Dunque ricostruire la storia di un giornale non è un'impresa che riguardi soltanto gli addetti ai lavori. Significa raccontare un percorso di vita assai più ampio. E rivivere un'esperienza che appartiene a tutti. I decenni dal 1976 in poi, nel passaggio tra la prima e la seconda fase della vicenda italiana del dopoguerra, hanno avuto come testimone un quotidiano che prima non esisteva: Repubblica. Partita da zero copie, via via è diventata una delle grandi testate europee. Ha descritto con veemenza, e non poca alterigia, i mutamenti della società italiana, la decadenza del sistema politico, le ansie dei cittadini. Anno dopo anno, Repubblica si è mutata in un potere invisibile e non sempre positivo. In grado di influenzare partiti, governi, conflitti economici, mode culturali e comportamenti di massa. Oggi anche Repubblica risente della crisi che prende tutti alla gola, eppure resiste e continua a imporsi. Leggi l'articolo integrale di Giampaolo Pansa su Libero in edicola giovedì 7 febbraio

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