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Pisapia censura la bandiera italiana della "fuoriclasse" Chiara Luraghi

Chiara Luraghi

L'opera avrebbe dovuto sostituire il vessillo di Via Palestro a Milano, ma Giuliano ha detto "niet"

Andrea Tempestini
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di Carlo Franza L'arte dà proprio fastidio. Se poi questo fastidio lo evidenzia la sinistra che in fatto di cultura è stata sempre maestra,allora il danno è doppio. Ebbene è quanto avvenuto con la censura di un'opera della venticinquenne Chiara Luraghi  dal titolo “Ho mangiato mille caramelle” alla Galleria d'Arte Moderna della Villa Reale di Milano in Via Palestro. Quest'opera è un tricolore composto cucendo insieme gli involucri di altrettanti dolcetti Sperlari, caramelle scartate ad una ad una dall'artista, mangiate, e metafora di quanto i giovani d'oggi devono ingoiare con in sacrifici in corso nella nostra Italia. L'opera di Chiara Luraghi avrebbe dovuto sostituire la bandiera che penzola dal balcone sulla facciata di Via Palestro, invece dal Palazzo del Comune è arrivato il niet del sindaco Giuliano Pisapia. E dire che l'artista è andata a Palazzo Marino a perorare la causa artistica. Niente da fare, la “dolce bandiera” tricolore non s'è potuta esporre sulla facciata,bensì sul retro . Eppure l'opera fa parte dei Sessanta “fuoriclasse", ovvero artisti giovani ma già di fama, esposti nella mostra che fa ritrovare gli allievi “Fuoriclasse” del corso di Alberto Garuti all'Accademia di Brera; tanto lo stesso professore sarà in novembre con una personale proprio al Pac. E dire che dal corso del Prof. Garuti che ha insegnato all'Accademia di  Bologna, all'Accademia di Brera e oggi allo Iuav di Venezia, sono già usciti nomi di artisti di chiara fama come Paola Pivi, Patrick Tuttofuoco che in mostra  presenta una fantasma in vetroresina, Lara Favaretto con un cubo di coriandoli blu oltremare nel centro di una sala  tra due statue neoclassiche  permanenti , eppoi Perrone, Simone Berti con i suoi video ritratti d'artista come quello di Cattelan equilibrista o addirittura un Garuti vulcano in fiamme, e ancora Santo Tolone che su specchi  ha collezionato una miriade di semi di frutta  che ricompongono visioni inaspettate di ritratti di metà Ottocento appesi alle pareti, e tanti altri. Nello scalone d'ingresso si troverà una tela sospesa di Giulio Frigo, e nella mostra fa bella presenza persino un macabro omaggio di Roberto Cuoghi al suo professore Garuti,  ovvero il calco della sua mano e del suo  volto; né manca un libro dei saluti , lo stesso che le agenzie funebri usano collocare negli atri dei condomini.   

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