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All'Italia fa più male la casta dei banchieri che quella dei politici

Gianluigi Paragone

Pagliuzze e travi. Tutta l'attenzione si concentra sui "mostri" come Fiorito, ma a distruggere il Paese è altro

Andrea Tempestini
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di Gianluigi Paragone Per Mario Monti i festini di Fiorito ci stanno arrecando un grave danno d'immagine al pari di quella grave piaga che è l'evasione fiscale. Parole di richiamo a una maggiore moralità sono arrivate anche dal capo dello Stato Napolitano. Insomma, il vento della moralizzazione soffia forte e rischia di provocare un tornado dagli effetti sconosciuti. Se ciò deve accadere, che accada pure: buona parte della colpa è della classe politica, colpevole di non essersi data un limite  allo sbraco più che allo spreco. Evitiamo solo di disturbare parole finora violentate  come morale ed etica. Quindi, ben vengano  bufera e tornado, vorrà dire che ricominceremo daccapo. Con chi? Con Mario Monti, ça va sans dire. Il professore della Bocconi è ben voluto dalla stampa moderata che si fa badante di un governo sterile di risultati concreti. Evidentemente la ripresa economica non è affatto una priorità; sono altre le cose che interessano.  Monti è sponsorizzato dagli ambienti che contano, è stato adottato dal club degli intoccabili. Chi sono gli intoccabili? Quelli per cui le ombre e l'arroganza non finiscono mai in prima pagina con il clamore dei Fiorito sparsi nei palazzi della politica italiana. Eppure di cose da dire ce ne sarebbero tante. Monti s'imbarazza per i festini e per l'evasione fiscale degli idraulici, delle insegnanti, dei negozianti? Bene. Ma il macigno non sta lì. Chi parla della montagna di soldi (altro che Fiorito) che il mondo finanziario si beve alla faccia dei clienti? E di quelli che distrae alle casse dello Stato?  Monti lo sa che Agenzia delle Entrate ha contestato a Unicredit, a MontePaschi e a Intesa San Paolo qualcosa come due miliardi di euro tra imposte non pagate, sanzioni e interessi? Due miliardi di euro! Per non dire del caritatevole soccorso del suo governo e del compare Bce tutte le volte che vanno ripianati i caveau delle banche per le spericolate avventure nella foresta speculativa. Su quello né Napolitano né Monti aprono bocca. Per non dire dei giornali, i cui patti di sindacato sono piantonati dai colletti bianchi. I festini sono ridicoli, sono nauseabondi per sconcezza estetica. Ma i festini che si consumano nel nome e per conto della finanza sono una violenza vera e propria. Eppure tutto tace, per quanto sotto indagine ci siano manager di grido come Profumo o come Passera tanto per citare due nomi noti al grande pubblico, ognuno con le proprie responsabilità da accertare. Una cosa è certa: le imposte sui dividendi di certe operazioni finanziarie non sono state pagate nelle somme dovute. E qui si parla di soldi veri, non delle ripetizioni private o delle riparazioni pagate in nero. Per carità, ognuno paghi la sanzione in proporzione. Fare la voce grossa coi politici spacconi e “maiali” è sacrosanto perché in un paese normale col cavolo che Fiorito può permettersi di fare quella bella vita solo perché fa il consigliere regionale. Ma attenzione a non scambiare la pagliuzza per la trave. Perché qui tutto sta andando verso quella direzione. Abbiamo un governo pieno di banchieri, pieno di uomini e donne inzuppate di potere finanziario, che sta mettendo in pratica un progetto di deprezzamento del sistema Italia. Lo sta mettendo in ginocchio sul piano della sovranità, sul piano dei diritti, sul piano del suo benessere. Tutto col plauso dei giornali che stanno costruendo questo clima di emergenzialità finalizzato al Monti bis. A ciò potrei aggiungere i soldi che il governo attuale - con l'appoggio di Berlusconi, di Bersani, di Casini - ha impegnato per il fondo salva Stati, altro marchingegno mangiasoldi europeo glorificato senza motivo visto che non risolverà un problema che sia uno degli Stati in crisi. Peggio, pareggio di bilancio e fondo salva Stati sono due giri di corda attorno al nostro collo. Nessuno ne parla, nessuno spiega: restiamo noi quattro gatti sui media tradizionali. Al contrario l'argomento tira forte in rete (un sito per tutti www.byoblu.com) e tira forte tra i giovani, quegli stessi giovani cui l'Europa dei tecnocrati ha interrotto il progetto Erasmus con la scusa che non ci sono abbastanza soldi! Ebbene, saranno proprio i giovani a spogliare la retorica europea. Lasciando il giocattolo nelle mani dei Napolitano, dei Monti, degli Amato, dei Fini, dei Prodi e di tutti quegli altri senza un voto popolare. Post  scriptum. Il paradosso di tutta questa boccaccesca storia legata ai Fiorito d'Italia è che, come dice Paolo Barnard (www.paolobarnard.info; troverete tanti spunti interessanti), almeno Fiorito ha fatto girare moneta spendendo in cene, in macchine, in case. Cioè in economia reale. La finanza manco quello… Domanda provocatoria: allora, chi spreca?

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