L'arte della cartolina:storie e bizzarrie
Un libro racconta una varietà estrema delle cartoline: quelle a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento
Delle cartoline forse i giovani d'oggi sanno poco. Non è colpa loro certo ma dell'epoca mediatica che ci avvolge togliendoci parte della nostra storia passata che ci accompagna con malinconia. Un libro scritto da Enrico Sturani, collezionista romano e maniaco fino all'inverosimile di cartoline, dal titolo “La cartolina nell'arte. Fatta a pezzi,stravolta,esaltata” (428 pagine) è in libreria edito da Barbieri. Questo volume ne presenta una varietà estrema,ovvero la cartolina a cavallo dei due secoli scorsi, e cioè Ottocento e Novecento. Un piccolo rettangolo in formato 10x15 che ha fatto divertire molti pittori e tanti di essi ne hanno fatto uso, anche con bizzarre creazioni. Un secolo e passa la cartolina può vantarlo,oggi ci rimangono le cartoline turistiche da spedire ad amici e parenti e quelle in vendita nei musei in occasioni di mostre su cui sono impressi i capolavori di artisti. Il campo della creatività rispetto ad una volta si è ristretto. Nel volume fanno bella mostra cartoline di Aleksandr Rodchenco, Joan Mirò,Saul Steinberg o Enrico Baj. Vi appaiono intere, ma talvolta anche tagliate ,ritagliate e dipinte o addirittura inserite a mò di collage in capolavori. La cartolina nasce nel 1869, facendo concorrenza alla già affermata lettera, e con l'intento di trasmettere notizie brevissime in modo veloce. Certo i messaggi erano letti da tutti ,ma godeva di una tariffa minima e la parvenza di una comunicazione meno seria. Due artisti di chiara fama internazionale come Gilbert & George ci hanno dato per la cartolina degli aforismi raffinati. Ad esempio, Gilbert dice che “ La cartolina è un oggetto incredibile. Nell'Ottocento era come il fax o l'email. E George: “ La gente oggi pensa a Twitter,ma la cartolina era qualcosa di molto diffuso”. E ancora Gilbert: “Ogni giorno si spedivano molte cartoline. Non stop”. E George: “Nell'Ottocento a Londra la posta veniva consegnata sei volte al giorno. Potevi mandare una cartolina al mattino che diceva: ci vediamo per cena stasera”. Bisognerebbe dire,bei tempi, visto lo stato attuale delle poste italiane. La cartolina semplice, sotto il monopolio statale, e il francobollo prestampato, era senza immagini, con il solo spazio da scrivere. Il poeta Paul Eluard nel 1933 è stato uno dei primi a puntare il dito sull'esteticità della cartolina sottoposta a immagini spiritose. La cartolina già nei primi anni del Novecento raggiunse vette eccelse presso i pittori; dalle cartoline erotiche di Bloomfield a quella famosa copia de “La dea dell'arte” di Ziegler,pittore amato da Hitler e ridicolizzata da Baumeister. Lo stesso Hitler che è stato due volte respinto all' Accademia di Belle Arti di Vienna, nel 1907 e nel 1908,ha fatto il copista e il colorista di cartoline per turisti. Taluni artisti le cartoline se le sono fatte da sé ,tanto che nel 1913 e fino alla morte che avviene nel 1914, Franz Marc invia alla poetessa Else Lasker Schuler cartoline acquerellate a tempera e a china, con su riprodotto il suo bestiario. Nella prefazione del libro Flaminio Gualdoni scrive: “Dunque nel racconto di Sturani può stare tutto, le torte in foggia di cartolina e Picabia che dipinge con acribia devastante d'après cartolineschi, Michel Butor che le ricombina e trasfigura in oggetti dalle fogge imprevedute ma le utilizza poi regolarmente per la spedizione e Bruno Caruso che invia allo stesso Sturani una cartolina sostituendo al nome, nell'indirizzo, il suo ritratto: la consegna da parte del postino diventò, ricorda l'autore, una sorta di happening poliziesco-condominiale... Ci sono, beninteso, i casi aulici e consacrati dalla storia dell'arte “seria”, i futuristi e i dada su tutti, e poi Dieter Roth e Rebecca Horn, Jiri Kolar e Christian Boltanski, eccetera. Ma questo non è un who's who, è una storia vivente raccontata da uno che l'ha vissuta, in parte direttamente e in parte cercando, annusando, trovando, capendo, confrontando. Guardando, soprattutto”. Tra i nostri futuristi, intanto Balla poco prima della Grande Guerra inserì scritte interventiste, e Fortunato Depero preparò con l'illustrazione bozzettistica una serie pubblicitaria della Presbitero. Insomma, gli artisti si divertivano con le cartoline, le usavano, le dipingevano, con esse comunicavano, facevano politica, mandavano avanti amori, porgevano sfide, facevano scherzi,ecc. Piccoli ritratti, donnine nude, nature morte, paesaggi, collage di grande rilevanza come quelli di Rodcenko su cartoline russe d'inizio Novecento, tutto quanto apparso su cartoline fra i due secoli ultimi,oggi si campiona in un bellissimo libro che è storia anche del nostro paese. di Carlo Franza