Lo stipendio dei banchieri è 52 volte quello del bancario
Tagliati i bonus degli amministratori delegati. Ma sale la parte fissa della loro retribuzione
A quanti stipendi di un bancario equivalgono i compensi di un banchiere? In Italia la risposta è 52: tale è il rapporto tra la retribuzione media degli amministratori delegati e quella di un lavoratore del settore. A rivelarlo è l'annuale ricerca che l'ufficio studi della Uilca, Uil credito esattorie e assicurazioni, svolge sui compensi dei top manager del credito. L'indagine si è basata sui documenti ufficiali approvati dagli organismi societari competenti dei principali 11 istituti italiani, da Intesa Sanpaolo e Unicredit al Credito Emiliano. Il sindacato ha misurato anche la distanza tra la busta paga di un impiegato di banca e gli emolumenti dei presidenti dei consigli di amministrazione e di sorveglianza. Queste ultime sono risultate superiori di 25 volte. Tuttavia nel 2012 anche i banchieri hanno pianto. Rispetto all'anno precedente le retribuzioni dei ceo sono calate complessivamente del 34,61%. Questo numero si ridimensiona a un effettivo -9,38%, al netto di compensi straordinari che sono stati dovuti nel 2011 a quei top manager che hanno lasciato le aziende. Un esempio di questi tfr e indennità di fine carica “stellari”? La Uilca ne fa tre: Monte Paschi Siena ha elargito 4 milioni di euro, la Banca Popolare di Milano oltre 3 milioni e Intesa Sanpaolo 1 milione e 125mila euro. A ogni modo, gli amministratori delegati sono passati da un picco registrato negli ultimi 12 anni di retribuzioni 119 volte più alte dei dipendenti della banca alle attuali 52. Una restrizione del divario tra stipendi dei bancari e compensi dei vertici si è avuta anche nel confronto tra i primi e i guadagni dei presidenti dei consigli di amministrazione, diminuiti del 18,76% in un anno, pari complessivamente a 1,8 milioni di euro. Nel rapporto della Uilca si traggono due conclusioni. La prima è che nonostante siano stati colpiti i bonus, la parte variabile dei compensi dei paperoni delle banche, questi hanno fatto lievitare la parte fissa della retribuzione. In secondo luogo, laddove vi sono state diminuzioni dei compensi dei presidenti, si è trattato della loro volontà di rinunciare a una parte dello stipendio. In entrambi i casi, secondo il sindacato, si è dimostrata «la totale discrezionalità che permane nella definizione di tali compensi». di Jessica Mariana Masucci