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Crisi, imprenditore si toglie la vita Era pieno di debiti

L'uomo era un artigiano di Centocelle. Ha lasciato una lettera in cui spiegava i motivi del gesto. Forse si era rivolto ad un usuraio

Andrea Turco
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Un altro suicidio per colpa della crisi economica, ed è il sedicesimo dall'inizio dell'anno. Questa volta è accaduto a Roma, a Centocelle, dove un corniciaio si è impiccato lunedì nel suo negozio. La tragica scoperta è stata fatta dal figlio che, verso l'ora di pranzo, era andato a trovarlo. Su un tavolo è stata trovata una lettera d'addio, dove Pasqualino Clotilde ha scritto i motivi che lo hanno spinto a suicidarsi: "Problemi economici insormontabili". Secondo i vicini, l'uomo sarebbe ricorso all'aiuto degli strozzini per risolvere la mancanza di liquidità. Una mossa disperata che lo avrebbe portato alla disperazione. Un amico dell'artigiano ha raccontato di aver giocato a carte con lui poco prima che si togliesse la vita: "Mi diceva che anche lui risentiva della crisi economica ma non avrei mai pensato che potesse togliersi la vita". Lo spettro dell'usura - Il dramma sembra legato al prestito a strozzo ormai radicato nella periferia romana. I residenti assiepati davanti al piccolo negozio di Clotilde hanno spiegato: "Qui c'è gente senza scrupoli che gira su fuoriserie e approfitta di chi ha bisogno di soldi". La morte del corniciaio è l'ultima in ordine di tempo in questo periodo di crisi. La settimana scorsa, due uomini si erano dati fuoco perché esasperati dalle troppe tasse e dai debiti.

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