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"Se ti puntano arma giusto sparare"

Il comandante dei vigili milanesi, Tullio Mastrangelo: "L'agente che ha fatto fuoco non aveva alternative, doveva difendersi"

Matteo Legnani
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Per la terza volta in un mese, i vigili urbani milanesi si sono trovati faccia a faccia con delinquenti pericolosi. Il 31 gennaio era toccato a un equipaggio dei ghisa che aveva intercettato  e aperto il fuoco contro una vettura guidata da ladri in via Gorizia. Il 12 gennaio, l'agente Nicolò Savarino era stato investito e ucciso da un suv nel parcheggio della stazione Fnm di Bovisa. Ieri, a restare a terra è stato un cittadino cileno, freddato in un inseguimento nel corso del quale il complice aveva estratto una pistola. Per il comandante dei vigili Tullio Mastrangelo, però, "il caso del povero Savarino non c'entra coi due successivi". Comandante Mastrangelo, quanto successo alla Bovisa non ha aumentato la vostra reattivita verso delinquenti in fuga, anche solo per un discorso di autodifesa? "No, ma è chiaro che se qualcuno cerca di investirti come era accaduto in via Gorizia o ti punta contro un'arma come è capitato oggi, ci sono poche alternative al difendersi se necessario anche con la pistola di ordinanza". A proposito di armi: su quelle in dotazione ai vigili ci sono state spesso polemiche. Troppe o troppo poche? "Dieri che quelle in dotazione oggi, ossia pistola e distanziatore, vanno bene. Lo spray al peperoncino lo abbiamo testato nei mesi scorsi, ma a quella sperimentazione non abbiamo poi dato seguito" Si dice che, in seguito alle carenze di organizo della polizia di Stato, i vigili si trovino sempre più a fare gli "sceriffi", ossia in prima linea contro i delinquenti. E' così? "E' vero che il nostro ruolo nella prevenzione della crimimalità si è accresciuto. Ma intervenire per bloccare auto sospette che vanno contro mano o per sedare una rissa rientrano nei compiti ordinari, e non straordinari, dei vigili urbani".

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