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Undici miliardi italiani in Svizzera

Il direttore del Fisco lieto della linea Monti che spinge i capitali nella Confederazione. Ma è un effetto boomerang

Giulio Bucchi
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Miliardi in fuga dall'Italia verso la Svizzera. E' il risultato del combinato congiunto lotta all'evasione fiscale di Monti più "operazione terrore" inaugurata dall'Agenzia delle entrate, ieri oggi e domani. Ieri con i blitz a Cortina e Milano, oggi con gli ulteriori controlli annunciati al centro Nord, domani con quelli al Sud Italia e, soprattutto, i controlli sulle dichiarazioni dei redditi in primavera. Il direttore dell'Agenzia, Attilio Befera, in un lungo faccia a faccia con il vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini snocciola i successi della strategia anti-evasione, sottolineando come negli ultimi tre mesi ci sia stata un'impennata di esportazione illegale di capitali nel paradiso svizzero. Undici miliardi italiani in fuga, con un aumento delle esportazioni di lingotti d'oro del 30-40 per cento. L'operazione paura, se da un lato fa incassa miliardi allo stato, dall'altro però denuncia limiti evidenti. Innanzitutto, in molti casi sortisce l'effetto opposto, facendo fuggire e rendendo di difficile individuazione capitali che in parte sarebbero potuti essere recuperati in patria, non subito ma nei prossimi mesi. Secondo punto: Repubblica ricorda come negli ultimi tre mesi i sequestri di valuta ai valichi di frontiera sono aumentati di oltre il 50%, e Befera sottolinea come "alcune banche elvetiche affittano le cassette di sicurezza dei grandi alberghi  perché non sono in grado di esaudire l'abnorme quantità di richieste che hanno deai clienti italiani". Bene, tutto questo insegna che prima ancora che esibire i muscoli in blitz ad effetto sarebbe consigliabile lavorare più a fondo nell'ombra, ai confini e soprattutto nei rapporti diplomatici con i vicini svizzeri.    

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