Roccaraso invasa dai napoletani, 10mila su 220 autobus: si scatena l'inferno in Abruzzo
In diecimila, tutti bardati, sono partiti da Napoli. Destinazione Roccaraso. Il paradiso bianco a portata di mano, la terra promessa a soli trenta euro con viaggio di andata e ritorno e pure colazione inclusa. Un esercito di napoletani pronti a conquistare un posto sulla neve (’ncoppa ’a neve, proprio sopra) si sono svegliati all’alba di una domenica piena di promesse e, a bordo di duecentoventi autobus, hanno rincorso il sogno di una giornata lontana dal caos della città e di un selfie sulle piste. Ma in diecimila, tutti imbacuccati, si sono ritrovati imbottigliati nel traffico che neanche alla vigilia di Natale sull’autostrada del Sole. Un chilometro e trecento metri dividono il centro Castel di Sangro da Roccaraso, massimo quindici minuti di strada che domenica si sono spalmati lungo più di sei ore. Praticamente un viaggio in auto da Napoli a Bologna. Un esodo che si è trasformato in un’odissea mentre il sogno di discese sugli sci e battaglie di neve si è liquefatto al caldo del riscaldamento del bus e l’entusiasmo si è afflosciato come un soufflé.
Roccaraso come l’isola che non c’è. In diecimila, ormai tutti sudati, la ammiravano bianca e scintillante dal finestrino per approdarvi dopo ore ed ore di attesa. Scene così, dicono gli abruzzesi, non si vedevano dagli anni Ottanta, quando Roccaraso era la seconda casa di molti napoletani (quelli benestanti) che dal venerdì sera alla domenica si lasciavano alle spalle la città per il week end in montagna. Erano i tempi dove farsi vedere al bar Reale segnava la distanza dagli sfigati, la sera si andava a ballare al Caprice e nascevano nuovi amori che erano e restavano “quelli di Roccaraso”. La domenica sera si tornava a Napoli, il viaggio sembrava lungo il doppio e i bagagli pesanti il triplo. In macchina si litigava per le cassette da inserire nella fessura dell’autoradio e non c’era neanche Isoradio per gli aggiornamenti sul traffico.
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A metà strada, puntulamente, i genitori discutevano per la previsione sbagliata, perché passavano tutto il weekend ad architettare la strategia contro l’ingorgo e poi, puntualmente, ci finivano dentro... Ma che cos’è successo? Perché dopo più di quarant’anni, in una noiosa domenica di gennaio, Roccaraso è diventata nuovamente, improvvisamente, il “place to be?”. Certamente ad alimentare l’immaginario sono stati i film, da La mano di Dio di Paolo Sorrentino, alla battuta di Alessandro Siani (ne Il giorno più bello del mondo) «Biancaneve è di Roccaraso», fino all’insuperabile Checco Zalone che in Quo vado chiama la madre al telefono e urla che lo hanno trasferito al Circolo Polare Artico. «Fa freddissimo, ma’. Più di Roccaraso, di più, di più...».
Ma il cinema c’entra poco o niente con questo viaggio di massa dei napoletani. La trasferta collettiva è il risultato del turismo low cost applicato ai social. Ricordate le gite di un giorno organizzate dalla parrocchia? Partenza all’alba, visita al santuario del santo, pranzo con salamella, caffé e ritorno. Il tutto, a prezzi stracciati. La notizia si diffondeva tra i parrocchiani, i più bravi a fare marketing stampavano volantini che lasciavano al salumiere e al macellaio. Ecco, è successa la stessa cosa. Gli ingredienti sono identici, ma il messaggio invece che ai bottegai della zona è stato affidato ai social e così, di post in post, di condivisione in condivisione, quella gita a Roccaraso è diventata un viaggio collettivo. Pare che dietro questo miracolo commerciale - o follia di massa - ci sia soprattutto un’agenzia che ha nel nome una promessa “Partire e sognare” e un seguito di oltre novemila followers. Il tutto è stato condito dai video dell’influencer Rita De Crescenzo (quattrocentomila seguaci) che pubblicizza l’allegria della gita in pullman, le canzoni come ai tempi delle gite di classe, e poi i tuffi nella neve...
La montagna a portata di tasca ha spinto anche quelli con tanti sogni in testa e pochi soldi in tasca ad imbarcarsi in questa avventura.
Per molti era la prima volta sulla neve ma, si sa, i napoletani non si perdono d’animo e hanno chiesto ad amici e parenti l’attrezzatura o l’hanno noleggiata a basso costo. Il Mattino ha raccontato che alcune donne, sprovviste di doposci, hanno dato dimostrazioni plastiche dell’arte di arrangiarsi trasformando dei sacchetti di plastica in calzature impermeabili. Inevitabili le foto dei curiosi e scritte come «La moda sulla neve 2025» e «I veri doposci ecologici» diventate, ovviamente, virali. Il traffico intenso ha mandato in tilt la viabilità, sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Castel di Sangro, la Polizia Stradale e perfino la Guardia di Finanza. La situazione è cominciata a migliorare dopo le 18, quando via via i pullman hanno preso la strada del ritorno. Destinazione Napoli. Tante foto nel cellulare e il sogno di Roccaraso, nonostante il traffico e l’ammuina, realizzato a soli trenta euro. In diecimila, tutti sfatti, sono tornati a casa. Ma potrebbero ripartire alla prossima offerta, al prossimo post.
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