Cerca
Cerca
+

Ottavia Piana, Mario Tozzi la stronca: "Non dobbiamo abusare"

Esplora:

  • a
  • a
  • a

Ottavia Piana, la speleologa rimasta bloccata per 80 ore nelle profondità della grotta Bueno Fonteno in provincia di Bergamo, è sana e salva. E questa è una bella notizia. Ma non era la prima volta che la donna si era avventurata in una impresa di questo tipo. Ottavia era rimasta bloccata proprio in quella grotta già lo scorso anno. Ma a che prezzo?

Fermo restando che aiutare una persona che si trova in seria difficoltà è un atto doveroso e necessario, alcuni si sono chiesti chi abbia pagato tutte le persone che sono state impiegate nelle operazioni di soccorso della ragazza. "I nostri soci - ha confermato alla Stampa il presidente della Società Speleologica italiana Sergio Orsini - hanno un'assicurazione che copre i costi in caso di infortunio". Ma chi li sborsa i soldi? "Noi cittadini", ha chiosato Orsini.

"Abbiamo un accordo con Axa – ha specificato Orsini –. Gli speleologi sono coperti sia per l’autosoccorso sia per l’utilizzo delle strutture del Corpo nazionale di soccorso alpino (come nel caso di Ottavia ndr.). In parole povere: sono assicurati da quando escono dalla macchina per andare verso la grotta fino a quando ripartono per tornare a casa".

 

 

Ebbene, Mario Tozzi si è chiesto in un articolo apparso sulla Stampa, se sia così necessario avventurarsi in imprese rischiose per la nostra salute e sicurezza. Non solo speleologia. Ma anche immersioni, arrampicate e sciate fuori pista. Abbandonare l'idea di condurre imprese estreme - ha ricordato Tozzi - "non significa arrendersi o abdicare a essere sapiens, al contrario: si tratta di non abusare dei nostri mezzi e continuare a progredire nel rispetto dei limiti naturali che, per fortuna, ancora resistono".

 

Dai blog