La legge dei compagni: analfabeti e assassini, i cattivi tutti a destra
Gli assassini? Tutti i destra. I violenti? Tutti di destra. Gli ignoranti? Tutti di destra. I cattivi? Tutti di destra. Il mondo dei progressisti, alla fine, è molto semplice. Se c’è una persona che reputano sgradevole, faranno di tutto per mettergli addosso la divisa dei loro avversari. Cosa che, evidentemente, li rassicura. Anche se, va detto, i risultati sono spesso e volentieri grotteschi.
Ieri, ad esempio, la professoressa Elsa Fornero si è occupata sulla Stampa del rapporto Ocse sulle competenze linguistiche e matematiche delle persone tra 16 e 65 anni di 31 stati diversi. Il nostro Paese, abbiamo visto, non è andato bene. E l’ex ministro del governo Monti ha una sua chiave di lettura. Titolo del pezzo: «L’Italia analfabeta preda dei populisti». Leggiamo: «Una generale coltre di inadeguatezza sembra avvolgere il Paese, impedendogli di crescere, economicamente e civilmente, e spingendolo a cercare nei “salvatori della patria” e nei populisti il rimedio a problemi dei quali ignoriamo la complessità, consolandoci con l’individuazione di un (sempre troppo facile) colpevole (l’Europa è un target ricorrente)».
Insomma, se gli italiani votano i “salvatori della patria” e i “populisti”, che nel linguaggio della sinistra sono sinonimi di “leader di centrodestra”, la spiegazione sta proprio nel fatto che siamo un popolo di ignoranti. Non capiamo quali sono i problemi del mondo, troppo complessi per le nostre limitate capacità, e alle urne ci buttiamo tra le braccia di chi dice chele cose si sistemeranno e non di chi dice che andrà tutto male e che siamo spacciati. Eh già, belli i tempi dell’esecutivo di cui faceva parte Elsa, quando si poteva andare al governo senza il consenso popolare degli analfabeti...
Restiamo sulla Stampa, ma attraversiamo l’oceano e andiamo negli Stati Uniti. Dove Luigi Mangione è stato arrestato per l’omicidio del ceo Brian Thompson. Bè, penserete, mica sarà di destra pure Mangione? E invece sì. Non solo di destra, ma proprio fascista. Anzi, ecofascista, per essere precisi. In prima pagina, infatti, un articolo di Francesca Santolini è titolato in modo inequivocabile: «Il killer di New York e il credo neofascista». Leggiamo, anche qui: «Idolatria per Theodore John Kaczynski, alias Unabomber, critica radicale al sistema capitalistico e a quello sanitario, passione distorta per i temi ambientali. Già solo una prima analisi degli account di Luigi Mangione, l’uomo sospettato dell’omicidio dell’amministratore delegato della società di assicurazioni mediche UnitedHealthcare, Brian Thompson, fornisce spunti istruttivi per decifrare il milieu delirante ed esplosivo in cui è maturato il delitto». E qual è questo “milieu delirante ed esplosivo”? Semplice: «Particolarmente interessante è l’account di Mangione sulla piattaforma dedicata ai libri GoodReads.
Qui troviamo “Elegia americana” del vicepresidente eletto degli Stati Uniti JD Vance e “La società industriale e il suo futuro”, noto anche come “Manifesto di Unabomber”. Kaczynski, bambino prodigio, genio della matematica, promettente professore di Harvard, ecoterrorista e killer eremita, ha tenuto sotto scacco l’America per quasi vent’anni. Il suo obiettivo è spiegato nel manifesto “Industrial Society and Its Future”. La sua campagna terroristica combinava misantropia e luddismo: un racconto apocalittico di una civiltà condannata che è stato fonte di ispirazione per gli aspiranti terroristi del movimento Ecofascista, una linea di pensiero dell’estrema destra, che collega l’ambientalismo alla xenofobia». Ecco qui, pure Mangione è diventato fascista. Come Trump. Come Musk. Come Milei. Come Meloni. Come Netanyahu. Come tantissimi altri...
Su una cosa la Fornero ha ragione: è sbagliato semplificare troppo la realtà consolandosi con l’individuazione di un (sempre troppo facile) colpevole (i fascisti, ad esempio). È un problema tipico degli analfabeti funzionali? Può essere. Ma di certo è un problema tipico anche di molti coltissimi compagni...