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Omicidio Perugia, condannati Amanda e Raffaele. Sollecito in Austria, poi torna

Amanda Knox

Giulio Bucchi
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Amanda Knox è a Seattle, impaurita: "Questa non giustizia, sono spaventata, mi sento stanca". Raffaele Sollecito ha trascorso qualche ora in Austria, poi è tornato a dormire in un alberto a Venzone, in Friuli Venezia Giulia, non lontano dal confine con l'Austria. E ora si trova in questura a Udine, perché gli è stato ritirato il passaporto e imposto il divieto di espatrio. E' il giorno dopo la condanna in Appello a Firenze per l'omicidio di Perugia: 28 anni e 6 mesi ad Amanda, 25 anni a Raffaele, perché secondo la corte sono stati loro ad uccidere Meredith Kercher quella notte del 2 novembre 2007, nella villetta di via della Pergola. Ribaltata la sentenza di secondo grado di Perugia, che li aveva assolti, come "suggerito" dalla Cassazione lo scorso 26 marzo. Il nuovo collegio fiorentino presieduto da Alessandro Nencini ha stabilito che i due ragazzi furono "concorrenti" nell'assassinio della giovane studentessa inglese, cancellando le "incongruenze" della precedente sentenza su Dna, testimonianze e interrogatori. Che, per inciso, avevano portato alla condanna dei due ex fidanzatini in primo grado.  Sollecito in Questura a Udine - "Ho fatto un giro in Austria, sono tornato per riposare", ha spiegato Sollecito. Per lui qualcuno ha parlato addirittura di "tentata fuga" all'estero, dopo la partenza da Firenze. E' un portavoce della Questura di Udine a minimizzare: "Noi nei suoi confronti non stiamo facendo niente. Lui qui è tranquillo". Nessun atto restrittivo, dunque, né fermo né arresto (in attesa del ricorso in Cassazione, Amanda e Raffaele non andranno in carcere). L'ingegnere informatico pugliese giovedì pomeriggio si è recato a Oderzo (Udine) dove risiede una sua amica e con lei è andato in Austria. Quindi, come detto, il rientro a Venzone dopo alcune ore. "Raffaele è andato spontaneamente in Questura a Udine dopo essere stato cercato dalla polizia - ha ribadito all'agenzia Adnkronos il suo avvocato Luca Maori -. Si è   allontanato da Firenze ieri in tarda mattinata ed era diretto dalla sua fidanzata, di origini venete. Poi ha atteso la sentenza insieme a lei, e stamattina, pur essendo in disappunto con quanto deciso dalla Corte, ha fatto quello che ogni cittadino rispettoso della legge deve fare: quando lo hanno cercato, è andato in Questura". I perché della condanna - Inevitabile, ora, riflettere sui perché di una sentenza che ribalta, per la seconda volta, il destino dei due giovani. La Corte d'Appello di Firenze ha accolto i 14 punti controversi evidenziati dalla Cassazione. Amanda e Raffaele sono stati giudicati "concorrenti", con pari responsabilità. Raffaele, insomma, non è stato colpevole di "favoreggiamento" ma ha partecipato attivamente all'omicidio di Mez. Molto peso ha avuto il "memoriale" scritto dalla stessa Knox all'inizio di tutta la vicenda, qualche giorno dopo l'assassinio, quando ancora tutti i sospetti non erano puntati contro di lei. In quelle carte, sottolineava la Cassazione, Amanda non aveva scritto "sotto pressione psicologica". Nessuna manipolazione pisichica da parte degli inquirenti, dunque. E le accuse di Foxie Knoxie a Patrick Lumumba in quelle stesse righe lo testimoniano. Ha cercato di proteggere sé e Rudy Guede, poi condannato con rito abbreviato a 16 anni in via definitiva. La Knox è stata condanna per calunnia nei confronti di Lumumba, anche sulla base di quel memoriale. La sentenza d'Appello si basa proprio su questo appunto della Cassazione: perché su Meredith il memoriale di Amanda è stato giudicato non affidabile, mentre sulla calunnia a Lumumba è stato una prova fondamentale? E ancora, nella sentenza di condanna di Guede si parla di "concorso in omicidio" e "presenza di altre persone nella casa". Secondo Dna e testimonianze, nella casa oltre a Guede c'erano solo Sollecito, Knox e Kercher. Ecco perché il destino di Amanda e Raffaele è sempre più il carcere. Cassazione-bis permettendo.

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