Cerca
Cerca
+

Schettino, un testimone racconta: "ha rifiutato per ben due volte di tornare a bordo della Concordia"

default_image

Il coordinatore dei soccorsi: "Non ha voluto salire sulla barca che gli ho offerto. Mi ha detto che doveva restare sullo scoglio per controllare la sua nave"

Serena Cirini
  • a
  • a
  • a

A due anni dal naufragio della Concordia, la condotta di Francesco Schettino continua a far discutere. Che il comandante non fossepropriamente un cuor di leone, lo avevamo intuito. Che si fosse rifiutato per ben due volte di salire su un gommone per tornare a bordo, riesce ancora a stupirci. Carlo Galli, comandante dei vigili urbani del Giglio, lo ha raccontato ai giudici del tribunale di Grosseto nel corso del processo. "Dovevo stare là a controllare la nave" - L'uomo, che la sera di quel 13 gennaio 2012 coordinò i soccorsi della protezione civile sull'isola, dice di aver provato più volte a convincere Schettino: "Raggiunsi lo scoglio dov'era Schettino con altri naufraghi, un centinaio. Gli dissi che l'avrei portato al porto imbarcarsi su un gommone con cui andare sottobordo alla Concordia ed eventualmente potervi risalire. Ma mi disse no, rispose che doveva rimanere a controllare la sua nave" A controllarla dalla terra ferma, ça va sans dire. Il comandante, continua il testimone, "è rimasto a osservare le scena dei socorsi dallo scoglio della Gabbianera, a 150 metri dalla Concordia". "Schettino era l'unico asciutto" Il comandante, in aula, risponde alle accuse: "Perché dissi di no al gommone? Perché non mi fidavo, non conoscevo chi me lo stava dicendo. Chi era, perché avrei dovuto seguirlo? Non sapevo chi fosse". Interrogato dal pm Alessandro Leopizzi, Galli continua e rivela un altro dettaglio: "Schettino era asciutto, non gli altri con lui. Mi ricordo che aveva due cellulari, forse uno scarico, allora chiese il mio, ma non glielo prestai, mi serviva per coordinare i soccorsi". Mentre l'elicottero della guardia costiera portava in salvo glii ultimi sopravvissuti rmasti a bordo, Schettino era quindi alla disperata ricerca di un telefono: chi doveva chiamare?. Il mistero sulla notte del naufragio resta ancora fitto.   

Dai blog