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Congo, sparatoria a Kinshasa, le famiglie italiane: "Aiutateci"

Cécile Kyenge

Assaltato l'aeroporto internazionale di Kinshasa. Le 24 famiglie italiane e i loro bambini in pericolo: "Abbiamo paura, fateci partire". Ma da Roma nessuna risposta

Ignazio Stagno
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Alta tensione a Kinshasa. Le famiglie italiane in Congo progioniere con i loro bambini sono in pericolo. Un commando armato ha assaltato questa mattina l'aeroporto internazionale, dove il personale dello scalo ha cercato scampo nascondendosi. Lo hanno riferito fonti doganali. Spari anche in un campo militare. Assaltata anche la sede della radio-televisione nazionale. Dopo alcune ore fonti ufficiali congolesi hanno reso noto che quaranta ribelli sono rimasti uccisi. Oltre che a Kinshasa, la capitale del Congo, spari sono stati registrati anche a Lubumbashi, capitale della provincia congolese di Katanga. Lo riferisce l'emittente Radio France Internationale (Rfi), spiegando che gli spari sono stati uditi intorno alle 11 e che al momento non è possibile stabilire se ci siano legami con le violenze di Kinshasa. Il Paese è una polveriera pronta ad esplodere. Così arriva da Kinshasa la richiesta d'aiuto da parte delle famiglie italiane bloccate nella capitale congolese. I genitori bloccati in Congo raccontano che dall'aeroporto, che sarebbe al momento chiuso, si sentono spari. Loro sono bloccati nell'orfanotrofio con i bambini. Hanno chiesto alle autorità italiane di poter partire con i piccoli usando passaporti diplomatici temporanei per i cittadini stranieri in situazioni di emergenza, ovvero i bambini regolarmente adottati dalle coppie italiane ma ancora bloccati in Congo. La risposta delle autorità italiane, riferiscono i genitori, sarebbe però negativa. "Temiamo per la nostra incolumità, ma non andremo via senza i bambini. Il governo italiano deve muoversi subito: ci vengano a prendere per riportarci tutti, compreso i nostri figli, subito in Italia. Abbiamo paura", sono le parole di uno dei genitori dall'orfanotrofio.

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