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Multe salate e pure il carcere:la crociata Pd contro chi va a donne

Proposta di legge del lettiano Alessandro Naccarato contro la prostituzione in strada

Matteo Legnani
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Anche tre anni di carcere se la signorina era una extracomunitaria senza il permesso di soggiorno. Da 500 a 5 mila euro di multa e sequestro dell'auto per 90 giorni se invece ci si è fermati a trattare sul prezzo con la prostituta. È il cuore dell'ultima battaglia del Pd, che si è messo in testa di sgominare il mestiere più antico del mondo colpendo alla radice il fenomeno: impedendo la domanda, visto che non hanno funzionato un granché le misure restrittive dell'offerta. L'idea è venuta a un lettiano di ferro come Alessandro Naccarato, bolognese che però ha fatto tutta la sua carriera politica in Veneto, dove in una delle tante trasformazioni del partito ne è stato anche segretario regionale. Naccarato è il primo firmatario di una proposta di legge dal titolo «Nuove norme per contrastare la prostituzione», data alle stampe alla vigilia di Natale per l'assegnazione in commissione giustizia, dove sarà discussa insieme ad altre proposte (ce ne è una anche di un'altra deputata Pd, Rosa Villecco Calipari). Il deputato lettiano è convinto della necessità di una rivoluzione copernicana sulla prostituzione: «Qualsiasi tentativo di contrastarla deve considerare non solo l'offerta, ma anche la domanda di prestazioni sessuali. Infatti prevedere misure legislative per contrastare l'esercizio della prostituzione senza occuparsi di quanti si avvalgono delle prestazioni rischia di essere un approccio superficiale, carico di ipocrisia ma, soprattutto, inefficace e inadeguato». Secondo Naccarato infatti «la prostituzione ha due componenti inscindibili e complementari: chi offre e chi chiede le prestazioni sessuali. Ed è per questo che qualsiasi provvedimento con la finalità di contrastare la prostituzione deve sanzionare entrambe le componenti».  Così il Pd di Letta fa la scelta che per altro la Villecco Calipari cita anche nella sua proposta di legge, ricordando come fosse la scelta preferita in passato dai sistemi totalitari (in particolare negli ex regimi comunisti):  «Nella legislazione sulla prostituzione», spiega Naccarato, «deve essere superato e accantonato il punto di vista di chi vorrebbe difendere la libertà di coloro che si avvalgono del sesso a pagamento. Infatti deve essere affermato con forza che queste presunte “libertà” sono esercitate nei confronti di persone che libere non sono. Si tratta di soggetti deboli, a volte poco più che adolescenti, privati spesso dei documenti, sradicati dal loro Paese, non in grado di difendersi e di reagire; donne in alcuni casi vendute ripetutamente come oggetti, a volte costrette con la forza o “esportate” con l'inganno».  Il cliente, dunque, è più colpevole della stessa prostituta e deve essere perseguito dalla legge con più severità secondo l'ultima battaglia Pd: «Il cliente agisce, forse perfino conoscendo questa situazione, e diventa lui stesso uno sfruttatore poichè induce con la sua domanda quel traffico di donne che porta con sé delinquenza e criminalità . È necessario perciò affrontare il problema del contrasto alla prostituzione anche dal punto di vista del cliente-sfruttatore, attraverso l'inasprimento delle pene di carattere penale e pecuniario a suo carico e prevedendo l'aumento della pena in caso di reiterazione di comportamenti illeciti». Per questo «chiunque in luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero nei luoghi e nelle forme vietati ai sensi della legge 20 febbraio 1958, n. 75, chiede prestazioni sessuali a persone dedite alla prostituzione è punito con l'ammenda da 500 euro a 5.000 euro». Se la prestazione sessuale è chiesta «a bordo di un autoveicolo», oltre all'ammenda, scatta «il sequestro dell'autoveicolo per tre mesi». Ed ecco la norma più pesante, che aggrava la pena in caso di prostituta minorenne o comunque immigrata clandestina: «Chiunque si avvale delle prestazioni sessuali di una persona di età inferiore ad anni diciotto, ovvero di una persona straniera presente in Italia e non in regola con la normativa vigente in materia di immigrazione, è punito con la reclusione da un anno a tre anni e con la multa da 5.000 euro a 50.000 euro». di Franco Bechis

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