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Abolizione Imu, lettera agli italiani non fu voto di scambio

La procura di Roma archivia la denuncia contro Berlusconi fatta lo scorso gennaio da Antonio Ingroia: quella del Cav fu semplice campagna alettorale

Matteo Legnani
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Da quando ha mollato la magistratura per buttarsi (senza più la toga addosso) in politica, Antonio Ingroia non ne combinata una giusta. Dopo la batosta elettorale e le peripezie come novello avvocato, oggi gli è arrivata un'altra mazzata, per giunta dalla categoria della quale ha fatto parte per tanti anni: la magistratura. Lo scorso gennaio, in piena campagna elettorale, l'allora leader di Rivoluzione civile ebbe la brillante (per lui) intuizione di denunciare Silvio Berlusconi per voto di scambio e violazione della legge elettorale. Era successo che pochi giorni prima, il Cavaliere avesse spedito a tutti gli italiani una lettera in cui prometteva l'abolizione totale dell'Imu, l'odiata imposta sulla casa, e la restituzione di quanto pagato nel 2012 se il Pdl avesse vinto le elezioni. Ingroia rispolverò per un attimo la toga di inquisitore e lo denunciò: secondo lui, con quella lettera il Cavaliere mirava a comprarsi il voto degli italiani e minava la correttezza della competizione. Oggi, però, la procura della Repubblica di Roma ha archiviato la denuncia sostenendo che Berlusconi agì soltanto per fare propaganda elettorale. Quella lettera, cioè, era soltanto un impegno che il leader del Pdl prendeva con gli elettori. Le indagini erano state affidate al pubblico ministero Roberto Felici il quale, esaminata la documentazione, ha concluso che il rimborso promesso poteva essere considerato solo come impegno politico futuro in caso di vittoria elettorale e non come contropartita politica da riconoscere agli italiani che avessero votato per il Pdl.

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