Governo e senato salvano gli statali: sui licenziamenti decide il sindacato
Intesa bipartisan in Senato sull'emendamento del forzista Aracri: sulle municipalizzate Cgil & co. avranno potere di veto sui tagli al personale
Sui licenziamenti nelle municipalizzate i sindacati avranno il potere di veto, per legge. Come dire: vietato licenziare i dipendenti delle aziende comunali. Il "Salva Roma" regala un altro emendamento-beffa, questa volta firmao dal senatore di Forza Italia Francesco Aracri e approvato anche grazie ai voti del centrosinistra. D'altrone, le municipalizzate sono spesso un bacino elettorale inesauribile e preziosissimo, cassaforte di voti e poltrone che piace a ogni colore e latitudine: perché fare un dispetto? La svolta filo-sindacale - E' il Corriere della Sera, a puntare il dito contro Aracri, ex assessore ai Trasporti in Regione Lazio col governatore Storace e da molti indicato come referente politico del Fast, il sindacato autonomo dell'Atac, la pachidermica azienda comunale dei trasporti romani. E così nell'emendamento insierito nel "Sala Roma" è spuntata la formula "nel quadro degli accordi con le organizzazioni sindacali" che, sottolinea Sergio Rizzo sul Corsera, di fatto introducono la golden share dei sindacati sulle eventuali riduzioni di personale. Cgil, Cisl, Uil e altre sigle potranno cogestire trasferimenti, esodi e licenziamenti di società, è bene ricordarlo, che operano (o dovrebbero operare) in regime privatistico. Praticamente, il sogno di Cofferati, Epifani e Camusso trasformato in realtà. E una scelta altrettanto filo-sindacale è stata fatta anche a proposito dell'Acea (la l romana di energia e acqua) per cui Linda Lanzillotta (Scelta civica) prevedeva la possibilità di privatizzazione e licenziamento di dipendenti in esubero. Apriti cielo: prontamente mutilato dall'emendamento ogni riferimento ai licenziamenti. Milioni di voti in ballo - D'altronde, parlano i numeri: a Roma i dipendenti comunali sono 25mila, quelli delle municipalizzate sono 37mila. Pazienza se solo l'Atac ha accumulato negli ultimi 10 anni un passivo di 1,6 miliardi di euro e se il debito del Campidoglio (per cui si è dovuto muovere il governo) abbia raggiunto gli 864 milioni di euro. Qua si parla di 62mila impiegati pubblici. E visto che tengono famiglia, magari anche il doppio, se non il triplo, di voti.