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Vino sequestrato: "E' solo un problema di etichettatura"

Farnese vini puntualizza: "Il provvedimento non riguarda la qualità o il tipo del vino"

Andrea Tempestini
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Riceviamo e pubblichiamo la rettifica a un'agenzia di stampa Adnkronos pubblicata nell'apposita sezione riservata del nostro sito. In merito alle recenti comunicazioni stampa apparse circa il sequestro di alcune partite di vino, si precisa che tale sequestro non riguarda affatto la qualità o la tipologia del vino, ma si limita soltanto a sollevare un problema, riguardante l'etichettatura, riportata nella parte posteriore di ogni singola bottiglia di vino proveniente dal Salento e a prendere posizione in relazionead una vertenza relativa ai brand commerciali. Tale questione, puramente tecnica, a nostro avviso, trae origine da un'errata interpretazione della norma riguardante l'etichettatura ed imbottigliamento del vino. A conferma di quanto sopra, abbiamo appena appreso dai nostri legaliche che il giudice incaricato Dottoressa Lucia Campo, ha negato la conferma del provvedimento di sequestro preventivo di iniziativa eseguito dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Manduria. La magistratura, che aveva emesso il provvedimento cautelare, ha richiamato la normativa, di cui al decreto legislativo numero 109 /92 e successive modifiche, che a nostro avviso non sono valide e non possono riguardare l'imbottigliamento del vino, ma solo l'etichettatura di prodotti alimentari. Infatti l'etichettatura del vino deve essere effettuata ai sensi e per gli effetti del regolamento CEE numero 607/2009 del 14.07.09 e dal successivo decreto di attuazione da parte del Governo Italiano del 13 agosto 2012. La nostra società non ha fatto altro che adeguarsi a tale ultima normativa, che risulta tuttora vigente e che è poi utilizzata da tutti gli imbottigliatori d'Italia e d'Europa. La questione giudiziaria trae la sua origine da vicende societarie e di concorrenza che nulla hanno a che vedere con la qualità del prodotto vinicolo o dalla sua provenienza. I prodotti della nostra azienda risultano essere originali, organoletticamente perfetti e di prima qualità. A tutela della nostra immagine commerciale e anche della nostra buona fede, abbiamo affidato ai nostri legali di fiducia ampio mandato affinché chiariscano con la Magistratura l'interpretazione della legge sul vino e allo stesso tempo perseguitino coloro i quali hanno dato origine a questa inesistente e incresciosa vicenda. Per la parte inerente l'utilizzo dei marchi, cercheremo di far valere le nostre ragioni davanti al magistrato competente.

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