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Gagliano, il giudice che ha concesso il permesso è di Magistratura Democratica

Daniela Verrina rivendica la sua scelta: "Meritava una chance, tutto lasciava presagire che non sarebbe successo nulla"

Ignazio Stagno
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"Aveva bisogno di una chance". Il magistrato di sorveglianza che ha firmato il permesso premio per Bartolomeo Gagliano, il serial killer che ora è in fuga dopo non aver fatto ritorno nel carcere di Genova dove era detenuto, non vuole ammettere le sue responsabilità. Anzi, Daniela Verrina, rivendica la sua scelta: "Tutto ma proprio tutto - ha raccontato al Secolo XIX - lasciava pensare che non sarebbe accaduto nulla, che Gagliano fosse ormai completamente recuperato e non avrebbe più rappresentato un pericolo per nessuno". Insomma per la Verrina è tutto in regola. Uccidere cinque o sei volte non è certo un indicatore di pericolosità, secondo la Verrina. Il giudice comunque per formazione ideologica e culturale, come racconta il Giornale,  appartiene a Md, Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe italiane, ed evidentemente il curriculum "rosso" avrà di certo pesato sulla sua scelta di dare una "chance" a Gagliano. Il killer libero, il poliziotto dentro -  A quanto le toghe di sorveglianza applicano due pesi e due misure. Infatti se Gagliano ora è libero di andarsene in giro a bordo di una panda verde semionando il panico in tutta Italia, Gilberto Caldarozzi uno dei superpoliziotti finiti nel mirino delle toghe per il g8 di Genova del 2001 è blindato in casa a Roma per scontare una pena residua di 8 mesi. Chiunque altro avrebbe ottenuto una misura alternativa, come l'affidamento ai servizi sociali. Caldarozzi invece no. Insomma a quanto pare la magistratura di sorveglianza ha qualche meccanismo che non funziona a dovere. Intanto mentre la Verrina si preoccupa di dare "nuove opportunità di riscatto" ad uno come Gagliano, un poliziotto è ai domiciliari. Chi uccide è fuori, chi ha fatto il suo lavoro invece è dentro...

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