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L'assessore alla segretaria: "Sesso 1 volta alla settimana per contratto"

Abruzzo, la stipula "erotica" trovata in una perquisizione: coinvolto l'assessore alla Cultura della Regione, De Fanis, già agli arresti per tangenti

Valerio Castorelli
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Lavoro in cambio di sesso. A Pescara, l'assessore regionale alla Cultura, Luigi De Fanis, aveva proposto alla sua segretaria, Lucia Zingariello, un contratto "erotico": "La donna deve stare insieme all'assessore almeno 4 volte in un mese". Questo quanto scritto sulla stipula ritrovata dagli agenti del Corpo Forestale. E per "stare insieme" s'intendevano incontri erotici. Anzi - recita il contratto - "fare l'amore". In cambio 32mila euro annui. La donna, 32 anni, giovane e avvenente, aveva accettato la proposta e conservava una copia del contratto a casa. La donna, in precedenza, aveva già ottenuto l'incarico di componente della segreteria particolare di De Fanis, un posto da 1.200 euro al mese. "Ossessionato da me" - Gli agenti della Procura di Pescara hanno scoperto il contratto-choc durante una perquisizione a casa della segretaria, accusata di essere complice del deputato Pdl De Fanis per aver chiesto tangenti ai piccoli operatori culturali, un fatto per il quale De Fanis è finito agli arresti. Pochi giorni fa, nel corso degli interrogatori relativi all'inchiesta, è arrivata la confessione della 32enne: "L'assessore era ossessionato da me e mi ha costretto a firmarlo. Non ho potuto rifiutare". Questa è stata la spiegazione della donna alle domande del pm Giuseppe Bellelli. "Io avevo un lavoro nella sanità a tempo indeterminato ma in quel periodo mi trovavo in una situazione particolare perché mia madre stava male", ha spiegato. Durante l'interrogatorio ha poi ammesso di aver avuto una relazione con il politico, 53enne, e di essere stata costretta ad onorare quel contratto.  "Chi ti conta la jurnata..." - "Vai a timbrare, poi esci e vai a farti bella", le diceva De Fanis, senza sapere di essere intercettato. "Basta che fai quattro ore...Chi ti conta la jurnata...capit". "In Regione è una consuetudine timbrare e uscire per faccende personali, ha poi continuato la giovane durante l'interrogatorio. "Quando sono entrata nell'ottobre del 2012 in molti facevano così. Anche i miei colleghi si comportano così e non credevo di fare nulla di male. Ora la mia vita è un incubo, ricevo telefonate anonime e l'impatto dell'arresto sulla mia vita è stato devastante, perchè sono mamma di una bambina". De Fanis, già agli arresti per un caso di tangenti, ora dovrà rispondere anche all'accusa di peculato: il politico avrebbe utilizzato la macchina della Regione per viaggi privati a Roma e Bologna, nascondendo interessi personali dietro le finalità istituzionali.    

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