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Egiziano soffoca la figlia, per la Cassazione non ci sono i "futili motivi"

Milano, prova ad uccidere la ragazza con un sacchetto di plastica: condannato a 7 anni. Ma per la Suprema Corte non ci sono i futili motivi

Roberto Procaccini
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Cittadino egiziano aveva provato ad uccidere la figlia adolescente soffocandola con un sacchetto di plastica perché faceva sesso col fidanzato italiano. Ma la Cassazione rimanda in Appello il suo processo perché nella condanna per tentato omicidio non ravvede le aggravanti dei futili motivi e della premeditazione. "Per quanto i motivi che hanno mosso l'imputato non siano assolutamente condivisibili nella moderna società occidentale - scrive la Suprema corte nella sentenza 51059  - gli stessi non possono essere definiti futili, non potendosi definire né lieve né banale la spinta che ha mosso l'imputato ad agire". E così la difesa dei precetti islamici compiuta da Hamed Ahamed (63enne che nel settembre 2011 aveva provato a Milano a uccidere la figlia e l'anno successivo si era visto comminare una condanna a 7 anni) potrebbe valere uno sconto di pena. Malgrado l'uomo, nella ricostruzione del tentato delitto, abbia atteso una notte tra la scoperta dei comportamenti della figlia e l'aggressione a suo discapito, per gli ermellini non sussistono neanche i termini per l'aggravante della premeditazione.

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