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La Knox accusa la questura:"Torturata psicologicamente"

Amanda Knox

Amanda non va al processo per l'assassinio della Kercher, ma manda una mail alla Corte: "Il loro fumo negli occhi vi accecherà"

Nicoletta Orlandi Posti
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"Non ho ucciso Meredith". Amanda Knox, accusata insieme a Raffaele Sollecito dell'omicidio di Meredith Kercher, ha scritto una lettera al presidente della Corte d'assise Alessandro Nencini che l'ha letta durante l'udienza del processo d'appello bis in corso a Firenze. "Non sono in tribunale - ha proseguito Amanda - perché  temo che la procura possa influenzare la Corte e oscurare la mia innocenza". E lancia il monito: "Il loro  fumo negli occhi vi accecherà" poi parlando delle accuse contro di lei spiega: "Un abuso maligno e oscuro" La lettera - Parole giunte alla Corte in modo "irrituale", ha ricordato il presidente, Alessandro Nencini, che prima di leggerne il testo ha specificato che "non sono dichiarazioni spontanee" e che comunque "chi vuole parlare nei processi viene nei processi". Da una punto di vista formale la considerazione del giudice è ineccepibile, ma dal punto di vista umano ha davvero il sapore della beffa. La ragazza americana, infatti, non solo ha passato in galera quattro anni della sua giovane vita, ma ha già subito due gradi di giudizio e in uno di questi è stata dichiarata innocente e quindi assolta.  Il ricordo - Anche con la lettera spedita a nuovi togati che si apprestano a giudicarla Amanda rivendica la sua innocenza e la sua estraneità al delitto che si consumò quella maledetta notte di Halloween a Perugia. Nella mail, scritta in italiano, Amanda parla della Kercher, che definisce "la mia amica", una ragazza che "mi era simpatica, mi aiutava, era generosa e divertente" e che "non mi ha mai dato neppure un'occhiataccia". Nel periodo in cui condivisero un appartamento, sostiene la Knox, "non abbiamo mai litigato". Ricordando la notte del suo arresto, la Knox ha accusato la questura: "Mi hanno detto che non avrei più visto la mia famiglia se non avessi ricordato cos'era successo. Ha aggiunto: "Una persona può essere portata a confessare falsamente perché torturata psicologicamente".

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