Morto a Roma l'ex produttore Angelo Rizzoli
Ad annunciare la morte la moglie Melania. Aveva 70 anni. Da tempo era malato. Sin da giovane soffriva di sclerosi multipla. Erede di Andrea, dopo via Solferino ha scelto la strada della cinematografia
E' morto Angelo Rizzoli. Imprenditore, produttore televisivo, produttore cinematografico ed ex editore italiano, figlio di Andrea, presidente dell'omonima casa editrice, negli anni settanta il primo gruppo editoriale italiano, Angelo Rizzoli si è spento all'età di 70 anni è morto a Roma, al Policlinico dove era ricoverato. Lo ha confermato la moglie Melania che ha detto: "E' colpa dei giudici. Quattro mesi fa la Procura di Roma aveva certificato la sua compatibilità con il regime carcerario, invece è morto tra la mie braccia". Chi era Angelo Rizzoli - A 18 anni scopre di essere malato di sclerosi multipla. Con l'aiuto dei medici riesce ad evitare la disabilità totale, rimarrà però claudicante alla gamba destra. A 23 anni si laurea in Scienze politiche all'Università di Pavia. L'anno seguente "Angelone", così chiamato per la sua stazza imponente e per distinguerlo dal celebre nonno, entra nel consiglio di amministrazione dell'azienda di famiglia, all'età di 28 anni. Il 12 luglio 1974 il padre Andrea decide di rafforzare la casa editrice acquistando il primo quotidiano italiano, il Corriere della Sera. Acquisendo il Corriere realizza il suo sogno di imprenditore, ma comincia a fare i conti anche con un enorme indebitamento. Nel 1978 eredita la presidenza del gruppo, subentrando al padre. Vittima della giustizia - E' stata una vita tormentata dal punto di vista giudiziario quella di Angelo Rizzoli: sei processi nel corso di 26 anni, ma, tolta l'unica condanna, in sede civile, per diffamazione, l'ex produttore risulta incensurato davanti alla giustizia italiana. Il primo arresto per Rizzoli scatta nel 1983, quando finisce in manette per bancarotta fraudolenta in amministrazione controllata in relazione al caso Corriere della Sera. Accusato di aver fatto sparire i fondi destinati all'aumento di capitale del 1981, passa 13 mesi in cella e viene condannato, con pena condonata, a tre anni e quattro mesi di reclusione: l'ex editore è però totalmente estraneo all'operazione, come poi dimostreranno con sentenza definitiva i magistrati milanesi che si sono occupati del crac del Banco Ambrosiano. La condanna in ogni caso sarà poi revocata nel 2009 dalla Cassazione, dopo che nel 2006 il reato viene depenalizzato. Al termine della quasi trentennale vicenda giudiziaria che riguarda la casa editrice, Rizzoli ottiene sei assoluzioni definitive con formula piena, ma i guai per lui non finiscono ancora. Solo qualche mese fa, infatti, per l'ex produttore arrivano altre grane: è il 14 febbraio scorso quando viene arrestato dalla Gdf di Roma per un crac di oltre 30 milioni di euro. L'accusa è di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, per aver, secondo la procura capitolina, cagionato con dolo il fallimento di 4 delle società controllate dalla holding di cui è amministratore unico, la 'Rizzoli Audiovisivi Srl'. In quell'occasione gli vengono sequestrati beni per 7 milioni di euro, compresi la residenza della famiglia ai Parioli, la tenuta 'Cà de dogì, diversi terreni a Capalbio e alcune quote societarie. Una detenzione pesante, per l'ex editore 70enne, già malato, tanto che la stessa Procura di Roma esprimerà parere favorevole agli arresti domiciliari.