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La Crusca risponde alla Boldrini: "Giusto chiamarla 'il' presidente"

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Laura Boldrini

In nome della parità di diritti, lady Montecitorio aveva fatto cambiare a spese nostre la carta intestata della Camera. Adesso arriva la bocciatura

Ignazio Stagno
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"Chimatemi la presidente". Laura Boldrini lo ha detto, lo ha gridato ai quattro venti e ha pure speso i nostri soldi per cambiare la carta intestata della Camera dei deputati. "Il Presidente Boldrini", proprio non piaceva a lady Montecitorio, così in nome della parità dei diritti la Boldrini ha rivendicato quell'articolo al femminile dietro la sua carica. Ma a quanto pare "la presidente" aveva torto. E a sconfessarla ci pensa l'accademia della Crusca, la massima autorità in materia di ligua italiana. Giovanni Nencioni della Crusca afferma: "La proposta di mantenere il titolo al maschile anche quando la carica sia affidata a una donna continua l'uso antico di usare il genere maschile come comprensivo del femminile quando ci si riferiva a proprietà comuni a tutto il genere umano". Del resto "guardia, sentinella, guida" sono stati sempre "riferiti, finora quasi esclusivamente, a nomi propri maschili senza scandalo dei grammatici". "Da respingere con decisione", però, "è l'ircocervo “la ministro” esaltata da alcuni «come una combinazione salva tutto".

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