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Processo Meredith, accusa chiederà ergastolo per Amanda e Raffaele

Secondo il pg Crini, i due giovani erano sul luogo del delitto. "La sentenza d'appello è stata rasa al suolo dalla Cassazione"

Matteo Legnani
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Dopo 7 ore di requisitoria da   parte del sostituto procuratore generale Alessandro Crini si è chiusa  oggi la quarta udienza per il processo bis d'appello per l'omicidio di  Meredith Kercher davanti alla Corte d'Assise di Firenze. Il pg   riprenderà la parola domani mattina alle 9.30 per le conclusioni e   formulare la richiesta di pena nei confronti degli imputati Amanda   Knox e Raffaele Sollecito. Dopo Crini, il dibattimento proseguirà con  il primo degli interventi delle parti civili, affidato all'avvocato   Carlo Pacelli, difensore di Patrick Lumumba, calunniato da Amanda come  il presunto assassino della studentessa inglese. All'udienza di oggi ha assistito Raffaele Sollecito accompagnato  dal padre. Per tutta la mattina ha seguito l'intervento del pg Crini e  nel pomeriggio è ricomparso in aula circa mezz'ora prima della chiusura dell'udienza. Per il procuratore generale, Amanda Knox "era presente" sulla scena del delitto e "la sua presenza è difficilmente   sganciabile dalla presenza di Raffaele Sollecito. Parlando con la madre, Knox disse: 'mi dispiace di   aver messo di mezzo Lumumba. E che cosa significa questo - si è   chiesto il pg - se non che costei era presente" sulla scena del delitto?" Per Crini, l'alibi di Sollecito, secondo cui il giovane era al computer e si sarebbe poi "fatto una canna" è falso. "La sentenza d'appello della   Corte d'Assise di Perugia è stata sostanzialmente rasa al suolo dalla Cassazione" ha aggiunto. Pare verosimile che il pg sia orientato a chiedere la pena dell'ergastolo tanto per la Knox quanto per Sollecito.

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