Coronavirus, il capo della Protezione civile Borrelli contro Musumeci: "Sarebbe la fine dell'Italia"
È stata probabilmente la settimana di lavoro più lunga per Angelo Borrelli, capo della Protezione civile e commissario all'emergenza coronavirus. In queste ore tese e frenetiche, Borrelli ha rilasciato un'intervista al quotidiano Il Messaggero. La Protezione civile ha appena cambiato la linea di comunicazione dei contagi. Saranno diffusi, infatti, solo i casi che presentano sintomi, quelli con "condizioni cliniche rilevanti". Tuttavia, fino all'ultimo bollettino, i numeri dei contagiati diramati da Protezione civile e Istituto superiore di Sanità non corrispondevano. Borrelli rintraccia tale discrasia numerica (650 per la Protezione civile, 282 per l'Iss) nella raccolta d'informazioni e poi spiega: "Quando arriva la segnalazione di un possibile contagiato, le strutture regionali procedono al test. Nel caso di positività si mette la persona in quarantena. Poi il tampone viene inviato all'Iss che effettua nuovamente l'esame. Solo a quel punto è confermato il contagio". Per approfondire leggi anche: Coronavirus, tampone solo a chi ha sintomi? Boom di contagi in poche ore, 650 casi Borrelli conferma che nell'eventualità di una diffusione del virus ci saranno posti letto per tutti i malati: "Abbiamo reperito quasi tre mila e 500 posti letto nelle strutture militari, di questi 1789 sono stati messi a disposizione dall'Aeronautica militare. Siamo pronti a mettere a disposizione altri posti negli alberghi", conferma. Infine, chiamato a replicare alle parole del governatore siciliano Nello Musumeci, il quale ha invitato gli abitanti del Nord a non prenotare viaggi in Sicilia, ha affermato: "Se tutti adottassimo questa linea sarebbe la fine per l'Italia. Vanno rispettate unicamente le zone rosse".