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Cassazione, Esposito indagato per l'intervista al "Mattino"

Antonio Esposito

Il Csm ha nicchiato sul trasferimento, ma la Suprema Corte vuole far luce sul caso

Roberto Procaccini
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E adesso sotto inchiesta è Antonio Esposito, il giudice della Cassazione che lo scorso agosto ha letto il verdetto di condanna per Silvio Berlusconi. La toga partenopea è chiamata a rispondere per l'intervista-scandalo rilasciata al Mattino, cioè la chiacchierata con il giornalista Antonio Manzo nella quale (anche se Esposito ha sempre smentito) anticipava di fatto le motivazioni della sentenza. A far recapitare un "avviso di incolpazione" al giudice partenopeo (che nelle pratiche disciplinari delle toghe equivale all'avviso di garanzia), dopo averne informato il Csm (l'organo di autogoverno dei magistrati, che aveva deciso di non trasferire la toga), è un collega, il procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani. I reati disciplinari contestati a Esposito sono due: l'aver reso pubbliche dichiarazioni o interviste che riguardano "soggetti a qualsivoglia titolo coinvolti negli affari in corso di trattazione, ovvero trattati e non definiti" e per non aver rispettato la disposizione interna alla Cassazione che impone che a tenere i rapporti con la stampa sia un funzionario addetto a questo. Il procedimento disciplinare è nella fase delle indagini, Ciani acquisirà la registrazione di 34 minuti della conversazione tra Esposito e il giornalista e senitrà il giudice napoletano. Se ci dovesse essere richiesta di rinvio a giudizio, sarà il Csm a giudicare. Di certo, alla toga sarà passata la voglia di chiacchierare tanto del suo lavoro.  Riascolta l'intervista in "vernacolo" in cui il giudice Esposito anticipa le motivazione della sentenza Mediaset

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