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Papa Francesco invoca porti aperti: "Quando sento i populisti mi ricordano Hitler e Mussolini"

Giulio Bucchi
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I leader populisti di oggi come Hitler e Mussolini negli anni 30. Papa Francesco non lo cita mai, ma nella sua omelia sembra evidente il riferimento anche a Matteo Salvini. Da Bari, per chiudere il vertice sulla pace promosso dalla Cei, il Pontefice ricorda che "accogliere innalzando muri è impensabile". Messaggio chiaro a chi, come Lega e Fratelli d'Italia, si oppone strenuamente in Italia alle politiche dei "porti aperti" senza se e senza ma. E paragona i discorsi dei nuovi leader populisti a quelli dei totalitarismi degli anni Trenta.    Leggi anche: "Il partito di sinistra nel Vaticano". Ecco la fazione Bergoglio "Non accettiamo mai che chi cerca speranza per mare muoia senza ricevere soccorso o che chi giunge da lontano diventi vittima di sfruttamento sessuale, sia sottopagato o assoldato dalle mafie". Chi arriva, quindi, non può ricevere un'accoglienza "superficiale", ma "sincera e benevola", praticata a ogni livello, sul piano delle relazioni interpersonali come su quello politico e istituzionale. "L'accoglienza e una dignitosa integrazione sono tappe di un processo non facile; tuttavia, è impensabile poterlo affrontare innalzando muri". "A me fa paura - ecco il passaggio più significativo di Bergoglio - quando ascolto qualche discorso di alcuni leader delle nuove forme di populismo, mi fa paura sentire discorsi che seminavano paura e odio" che "mi ricorda i discorsi che si sentivano negli anni '30 del secolo scorso".

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