Coronavirus, salgono a 15 i contagiati in Lombardia: casi sospetti in tutta Italia, falso allarme in treno
In Lombardia salgono a quindici i casi positivi al nuovo coronavirus. Per ora sono tutti circoscritti alla provincia di Lodi, e probabilmente sono tutti legati al 38enne che è ricoverato in condizioni serie. Manca ancora il "paziente zero", che in un primo momento sembrava scontato che fosse il collega tornato dalla Cina con il quale il 38enne era stato a cena alla fine di gennaio. L'uomo è però risultato negativo ai test, ma potrebbe comunque essere un portatore sano asintomatico. In attesa che vengano ricostruiti i collegamenti del quindicesimo contagiato lombardo, il totale in Italia è salito a 20, ritoccando ulteriormente il primato di infetti in Europa (superata la Germania, che si è fermata a quota 16). Per approfondire leggi anche: "Come la Cina, effetto distruttivo", lo scenario peggiore I virologi sembrano essere tutti d'accordo: il numero è destinato a salire ancora. Di colpo l'Italia ha scoperto il coronavirus: dopo i primi casi accertati in Lombardia, ci sono stati diversi sospetti in tutta la penisola, ma anche un falso allarme generato dalla psicosi di una ragazza, che ha indicato una passeggero proveniente dalla Cina a bordo di un treno Roma-Lecce come portatore del virus, quando in realtà era già stato controllato. A Salerno, invece, due persone che sono recentemente state in vacanza a Lodi si sono presentate al pronto soccorso dell'ospedale Ruggi d'Aragona e si sono sottoposte al tampone per testare un'infezione da coronavirus. Accertamenti in corso anche allo Spallanzani di Roma su un paziente affetto dai sintomi, mentre sono risultati negativi il paziente sospetto a Vercelli e la collega del "paziente uno" che era stata ricoverata a Piacenza. A proposito dei colleghi del manager 38enne della Unilever, in circa 160 hanno effettuato la prova tampone: la situazione sembra essere sotto controllo, ma c'è apprensione per il timore che possano esserci altri casi interni all'azienda. Nel frattempo l'Oms alza il livello di allerta: per la prima volta ha dichiarato che la finestra per fermare l'epidemia a livello globale si sta riducendo. Inoltre è allarmante il fatto che siano in crescita i casi senza legami accertati con la Cina, così come i nuovi focolai: oltre ai contagi in Italia, è stato confermato il primo caso in Libano, il raddoppio dei contagiati in Corea del Sud e un picco di contagi in cinque province cinesi.