Papa Francesco, retroscena: Padre Georg segregato perché troppo vicino a Ratzinger nella battaglia in Vaticano
Che succede in Vaticano? A voler dar retta al "diavolo", dietro al «congedo» di monsignor Georg Gaenswein, 63 anni, più noto come Padre Georg o come il «bel Giorgio» (perché tale è il suo fascino che ancora ci si chiede perché abbia sposato Dio), ci sarebbe una sorta di "vendetta" per il modo "maldestro" in cui è stata gestita la questione della firma di Benedetto XVI al libro del cardinale conservatore Robert Sarah, Dal profondo del nostro cuore. Un testo che ha fatto troppo rumore, in cui viene respinto qualsiasi "ammodernamento" della Chiesa, compresa la delicatissima questione dei "viri probati", ossia la possibilità di concedere il sacerdozio alle persone laiche, tema affrontato nel corso del Sinodo sull'Amazzonia. La tesi del libro, e quindi del Papa emerito, è che il celibato non si tocca. In contrasto, dunque, con quanto emerso dal Sinodo di fine 2019 che "apriva" all'ordinazione dei laici anziani almeno nelle aree più remote dell' Amazzonia. In molti hanno voluto leggere in questo intervento una contrapposizione alle idee del Sinodo, alla quale padre Georg, per stemperare le polemiche, avrebbe messo una toppa, parlando di «equivoco» e spiegando che quello di Ratzinger altro non era che un contributo al libro e non una stesura a quattro mani. Pare, però, che dalle parti del Vaticano non l'abbiano presa molto bene. Da qui, volendo sposare la tesi del "diavolo", l' allontanamento, punta dell' iceberg di una serie di strappi all' interno delle mura sacre dove, si vocifera, i rapporti tra Francesco e monsignor Gaenswein non sono mai stati idilliaci. Leggi anche: "Ha cacciato Padre Georg". Bergoglio, aria di vendetta. Addio all'uomo di Ratzinger? C'è poi la versione ufficiale. Che è limpida come acqua di sorgente: «Nessun congedo», ma soltanto «una ordinaria ridistribuzione dei vari impegni e funzioni del Prefetto della Casa Pontificia che ricopre anche il ruolo di segretario particolare del Papa emerito», fa sapere Matteo Bruni, direttore della sala stampa vaticana. Troppo, infatti, il carico di lavoro per il monsignore, che è stato allo stesso tempo segretario particolare di Benedetto XVI al Monastero Mater Ecclesiae e prefetto della casa pontificia al Palazzo Apostolico. In pratica, significa gestire tutta l' agenda del Papa. Non un lavoretto da poco. Per capire i delicati rapporti tra il prelato tedesco e l'"argentino", va detto che, oltre alla storia del libro, un anno fa all' arcivescovo fu tolta la competenza sulla Cappella Sistina, passata all' Ufficio delle celebrazioni liturgiche. Sulle sue spalle "pesa", inoltre, l' aver sostenuto che in Vaticano «c' è un ministero allargato con un membro attivo e un membro contemplativo. È come se Benedetto XVI avesse fatto un passo "di lato"», e non indietro. Come si ci fossero "quasi" due Papi. Parole pronunciate all' Università Pontificia nel 2016. Infine, voci di corridoio dicono che padre Georg sia anche alle prese con problemi di salute. Da un "quadro" così dipinto, se ne deduce che continuare a gestire un doppio ruolo sia davvero difficile per il prelato tedesco. La dimostrazione sta nel fatto che da diversi giorni monsignor Georg Gaenswein è sparito dagli impegni pubblici di Papa Francesco e ora avrà più tempo a disposizione da dedicare a Benedetto XVI, di cui è stato segretario particolare durante il suo pontificato e anche dopo la rinuncia al "trono, nel febbraio del 2013. Ruolo che poi ha mantenuto con Francesco. A parlare di «congedo» dal Vaticano è stato un giornale tedesco, il Tagespost, noto per le sue posizioni conservatrici. La testata, però, potrebbe aver "ricamato" non poco sulla faccenda allo scopo di alimentare le voci secondo cui all' interno delle mura vaticane regnerebbero grandi contrasti. Da tempo la Chiesa tedesca ha intrapreso una battaglia contro l' ortodossia romana accusandola di essere «retrograda» e di non guardare avanti. Guardare avanti, per i prelati tedeschi, significa dare la Comunione ai divorziati, aprire al sacerdozio femminile e dire addio al celibato. Richieste troppo "avanti" e troppo estreme per poter essere prese in seria considerazione dal Vaticano. Difficile sapere dove sia la verità. L' importante, in questi casi, è avere fede. di Tiziana Lapelosa e Caterina Maniaci