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Piombino, il sindaco della Meloni licenzia il sindaco del Pd e suo dipendente: "Troppe assenze in Comune",

Giulio Bucchi
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Il sindaco di Piombino Francesco Ferrari, di Fratelli d'Italia, ha deciso di licenziare il collega Giacomo Termine del Pd, primo cittadino di un piccolo comune nel Grossetano, Monterotondo Marittimo, dipendente in prova proprio al Comune guidato dal meloniano. Un caso particolare e una decisione clamorosa, che ha fatto gridare allo scandalo la sinistra toscana.   Leggi anche: La Azzolina a valanga contro il Pd, la Meloni smaschera il "miracolo delle poltrone" "Macché questione politica, qui c'è soltanto un dipendente in prova al Comune di Piombino che non ha superato la prova per troppe assenze - spiega Ferrari a Repubblica -. Anche legittime, lui è sindaco di Monterotondo Marittimo (Grosseto) e ha diversi altri incarichi politici, ma nell'ultimo anno da noi è stato presente per 60 giorni su 250". Termine è stato licenziato con una lettera consegnatagli lo scorso 24 dicembre. Il Pd regionale spiega che il sindaco di Monterotondo riceve una indennità "di appena 450 euro mensili" per il suo incarico politico e che dunque aveva l'esigenza di trovare "un lavoro vero, come impiegato comunale". "Quelle assenze - rivendicano i dem - non le hai fatte per andare a giocare a freccette ma, nel pieno rispetto della legge, per assolvere all'incarico che ti è stato assegnato dai cittadini". Termine dal canto suo ha già fatto sapere "che ricorrerà a vie legali contro il provvedimento e anche contro il sindaco di Piombino per i danni all'immagine che gli sta causando", spiega ancora Repubblica. "Termine gode degli stessi diritti di un qualsiasi altro lavoratore ma, allo stesso tempo, deve ottemperare anche ai doveri che la sua posizione implica - si difende Ferrrari -. Non è giusto che qualcuno percepisca uno stipendio senza svolgere il lavoro che è chiamato a fare, soprattutto in un ente che si regge su denaro pubblico e che deve garantire servizi ai cittadini".

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