Drogati del web: ecco gli "internauti anonimi"
Cellulari, tablet, e smartphone ovunque: per strada e fino al bagno. E' la malattia degli anni 2000. Dagli esperti, i consigli per combattere la patologia
Computer, tablet, e-reader, smartphone di ultima generazione, e chi più ne ha... più ne usa. In ufficio, al ristorante, sull'autobus, per strada, e perfino in bagno. In troppi ormai non possono fare a meno di essere connessi. E per tutti questi "drogati" della rete c'è un nome: "internauti anonimi" o, meglio ancora, tecnostressati. "Mi chiamo Maria R. e sono Internet addictet, tecnostressata", confessa una social media manager di una grande azienda. Applauso del gruppo di ascolto. Poi, la risposta: "Riconoscerlo è il primo passo verso la guarigione". Ebbene sì, la dipendenza da Internet è una "malattia", come quella dall'alcol. Ed ecco che nasce la soluzione: il primo corso italiano dedicato alla guarigione dalla rete, che si è svolto il 9 novembre scorso a Bracciano, comune in provincia di Roma, ed è stato oganizzato da Enzo Di Frenna, fondatore della Netdipendenza Onlus. La dipendenza - "Dedichi troppo tempo alle relazioni digitali e il rischio dipendenza è alto", ha dichiarato Di Frenna, che ha compilato il test di autodiagnosi. "Il sovraccarico informativo porta a sintomi pericolosi per la salute". "Il tecnostress, cioè lo stress lavoro-correlato generato dall'uso delle nuove tencologie, esiste da quando esistono i computer: il termine è stato coniato nel 1984 e si riferisce a una sindrome di adattamento, una risposta fisiologica, che produce patologie psicosomatiche", ha spiegato ancora il fondatore di Netdipendenza Onlus, come riporta La Stampa nell'edizione di oggi, mercoledì 20 novembre. Lo stess - Se prima dell'avvento delle nuove tecnologie lo stress era causato principalmente dall'ambiente di lavoro, dalla presenza delle onde elettromagnetiche in spazi privi di accorgimenti adeguati e da piccoli malfunzionamenti, come quello di un telecomando fuori uso, nell'era della rete, è arrivata la sindrome da dipendenza da Internet, che gli psicologi americani hanno definito Iad (Internet Addiction Disorder), e quella dai social network, Fomo (Fear of Missing Out), che altro non è che la paura (pressoché ansiogena) di perdersi qualche informazione "necessaria" quando ci si stacca dal flusso continuo della rete. I sintomi - Tra i dipendenti "malati" da Internet c'è chi si porta cellulare e tablet costantemente nella borsa, chi li tiene sul comodino durante la notte, chi li ripone come cimeli sulla scrivania dell'ufficio e chi li consulta di continuo, a tavola, a letto, in bagno. E il tecnostress non può che arrivare a colpire la psiche, e il fisico: "I sintomi vanno dal mal di testa all'ansia, dall'ipertensione agli attacchi di panico, dal calo della concentrazione alla depressione, dalla fine del desiderio sessuale ai disturbi cardiocircolatori", ha spiegato sempre Di Frenna. Ma le soluzioni ci sono e, su La Stampa, se ne leggono alcune: praticare la meditazione, osservare il digiuno digitale, cercare il lato positivo della tecnologia, bere tisane a base di erbe distensive... e partecipare a un corso di formazione anti-stress.