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Sardine, il movimento di Mattia Santori arruola i partigiani: il commento di Renato Farina

Cristina Agostini
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Sulle labbra delle povere sardine, dopo il bacio di Mario Monti, che in Italia non ha mai fatto bene a nessuno, è arrivato quello abbastanza disgustoso dell'Anpi. Siamo francamente ai limiti della pedofilia. L'Associazione nazionale dei partigiani ieri si è fatta avanti con sfacciataggine impudica, e bisognosa di rimpolpare la sue decadenti schiere con roba fresca, ha comunicato la sua determinazione di imbrancare i propri soci e socie in unico turbinio, stretti stretti, come da statuto delle acciughe, con i giovinetti/e. L'appuntamento è alla manifestazione nazionale del 14 dicembre prossimo a Roma. Si fonderanno. Senza bandiere. Sono la stessa cosa. Ci hanno messo un po' a decidersi i dirigenti dell' Anpi. Chiariamo: non sono i partigiani, che sono quasi tutti trapassati come i loro rivali repubblichini, ma coloro che hanno afferrato le insegne della parte filosovietica della resistenza per avere sedi e cariche da spendere in società, facendo credere che i ribelli al nazismo fossero solo rossi, dimenticando Edgardo Sogno, Enrico Mattei ed Eugenio Cefis, oltre che la Osoppo massacrata dai partigiani comunisti. Ma questi sono distinguo che ormai sfuggono. Chiamiamoli anpisti costoro. Essi dovevano capire se l' avance sarebbe stata gradita. Temevano che le sardine fossero davvero come professavano di essere: immuni dal contagio di vecchie appartenenze. Ostili ad apparentamenti ideologici. I compagni dell'Anpi hanno palpato il prodotto, e il pesce azzurro, un po' come i cocomeri, sotto la pelle ha rivelato la sua polpa rossa. E così si sono decisi. E con 9 giorni di anticipo sulla manifestazione l' Anpi ci ha messo il timbro, temendo forse di essere anticipata dall' associazione degli zuavi pontifici di Porta Pia. E così il raggruppamento postumo di partigiani si è deciso ad offrire la scarpetta di cristallo al movimento ittico. Scommettiamo che i capi delle sardine gradiranno? Baciati dall'Anpi, oddio, siamo entrati nei musei già da giovani. Leggi anche: Matteo Renzi si è ridotto a copiare Diego Fusaro: sardine, il filosofo smaschera l'ex premier "BELLA CIAO" - La dichiarazione d' amore è la più polverosa e ovvia di quelle di cui l' umanità oggi sia capace. La firma è della presidente Carla Nespolo. Dopo aver udito un primo "Bella ciao" piuttosto timido, il citato inno di manifestazione in manifestazione, si è fatto più fitto, insistito, è diventata la colonna sonora identitaria. Sono loro, sono nostri, sono rossi. Ma certo l' Anpi li ha riconosciuti per «il frequente canto di "Bella ciao"!». Che originalità. Ecco le parole culminanti del manifesto di gemellaggio tra Anpi e sardine, connubio discretamente osceno, che qui trascriviamo con cura, per non disperdere neppure una virgola della suprema sintesi del luogo comune progressista mondiale tradotto per questa periferia dell' Impero che è Roma: «(Noi dell'Anpi) condividiamo (delle Sardine) la natura antiautoritaria, il ripudio dell'odio e di ogni linguaggio offensivo, la spontanea vocazione antifascista che si manifesta anche nel frequente canto di "Bella ciao". (...) La fortissima presenza di ragazze e ragazzi in questo movimento è una interessantissima novità perché, al pari delle recenti manifestazioni studentesche contro il riscaldamento globale, manifesta una speranza ed una volontà di rinnovamento che va incoraggiata e sostenuta... senza bandiere... più democrazia e più giustizia sociale... e la Costituzione punto di riferimento fondamentale per ogni cambiamento». Ci sono tutte le parole chiave del mondo magico e ipocrita che ci comanda in Italia, in Europa e all'Onu: contro l' odio, linguaggio educato, l'antifascismo, il nuovo, i giovani, il riscaldamento globale, la Costituzione e soprattutto l'adesione senza bandiere. Greta e Togliatti, Nilde Iotti e Beppe Severgnini. È la perfetta traslazione in questa età di certe lettere apparse sulla Pravda da parte del sindacato delle mungitrici di renne sotto Stalin. Dove si censurava l'odio degli oppositori al regime e si elogiava il Padrone dell'Urss. ESAME DI COSCIENZA - Fateci caso. Il totalitarismo culturale, anche quello che Giovanni Testori chiamava «Gulag rosé» e Augusto Del Noce «nichilismo gaio», non è contro il potere ma contro chi temono invada con la forza del consenso popolare il fortilizio dei privilegiati. Chissà se sono ancora capaci di un esame di coscienza le quattro sardine capo ormai famosissime. Siamo arrivati al punto che, come nei cartoni animati dedicati alla Sirenetta, i politologi trasformati in ittiologi compilano la fenomenologia dei loro nuovi eroi, una specie di classificazione tassonomica dello stato maggiore delle sardine. Ecco allora Mattia Santori, il capo dei capi, conteso da tutte le tivù, «volto ingenuo e allegro, bella faccia, generoso» e dunque carismatico; quindi il quadrumvirato si completa con «Andrea Garreffa che è la testa, Roberto Morotti che è la coscienza, e Giulia Trappoloni che è il cuore» (Francesco Merlo in grande forma antifascista). Poi è arrivata nonna orca, l'Anpi. Povere sardine (v)anpirizzate. di Renato Farina

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