Papa Francesco, soldi e scandali. La voce su Bruelhart: "La balla non ha retto, è stato decapitato"
A tre giorni dalle dimissioni del presidente dell'Aif, lo svizzero di Friburgo René Bruelhart, spiega i motivi del suo abbandono che stanno assumendo contorni più precisi. E inquietanti, scrive Massimo Franco sul Corriere della sera. La tesi che se ne sia andato perché in scadenza di contratto ha retto pochi giorni. E dai misteri vaticani comincia a emergere una verità diversa. "L'Aif, cuore delle operazioni di antiriciclaggio dei soldi del Vaticano e di vigilanza sui movimenti bancari", fa notare una fonte anonima che di questo sa molto, "è stata decapitata". Prima, all' inizio di ottobre, la sospensione del direttore Tommaso Di Ruzza. Cinquanta giorni dopo, Bruelhart è stato di fatto indotto alle dimissioni. Per approfondire leggi anche: Guerra in Vaticano tra Aif e gendarmeria Bruelhart si sarebbe sentito abbandonato, racconta chi ha avuto modo di parlargli. Per cinque settimane avrebbe tentato di capire come mai fosse stato sospeso Di Ruzza. Ufficialmente, il cortocircuito è scattato con la storiaccia del palazzo londinese di Sloane Avenue che ha ingoiato oltre 200 milioni di euro dell'obolo di San Pietro, cassaforte della carità papale: una vicenda gestita maldestramente tra Segreteria di Stato, mediatori spregiudicati e misteriosi fondi di investimento. Da lì, il 1° ottobre scorso, è stata comunicata la sospensione di cinque dipendenti del Vaticano, tra i quali Di Ruzza. Il nuovo presidente dovrebbe essere nominato al ritorno del Pontefice dal Giappone. Ma troverà una scatola vuota e un clima ostile.