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Milano, Ratzinger come una drag queen: ma il cineforum alla Statale non si ferma

Il cineforum omo della Statale di Milano sfigura il Papa emerito. Ma nonostante le proteste non arriva alcun ripensamento

Valerio Castorelli
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Un fiume di critiche, una pioggia di proteste ma nessun ripensamento. Il Papa emerito Joseph Ratzinger resta una drag queen. Almeno sul manifesto della manifestazione organizzata dal gruppo Gay Statale all'ateneo di Milano, una rassaegna cinematografica del cinema omosessuale. Calze a rete e tacchi a spillo per il Pontefice teutonico. L'iniziativa che, spiegano, è nata per difendere i diritti gay ed è finanziata con 4mila euro derivanti dalle tasse universitarie, nonostante le richieste di sospenderla, proseguirà con la proiezione del film Prayers for Bobby diretto dal regista australiano Russell Mulcahy.  Burlesque - Il gruppo Gay Statale spiega: "Siamo un gruppo di ragazzi e ragazze gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, nato per favorire la socializzazione dei rappresentanti di tale comunità". E così, forse per "favorire la socializzazione", hanno pensato di trasformare Ratzinger in un personaggio da burlesque, facendosi beffa della sensibilità dei cattolici. Ecco così il Papa emerito con il rossetto rosso, l'ombretto sugli occhi e le sopracciglia tratteggiate con l'eyeleiner. Una bravata al limite della blasfemia, un ritratto grottesco di una figura simbolo della cristianità.

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