De Magistris annuncia querela contro l'Espresso per un miliardo di euro: "Copertina vergognosa"
Il settimanale dell'Ingegnere esce con un'inchiesta sull'acqua potabile di Napoli. L'accusa: "Non è rin regola". Furia De Magistris: "Pagherete i danni..."
Dopo la copertina scatta la querela da un miliardo di euro. È il risarcimento che il Comune di Napoli chiederà come risarcimento al settimanale l'Espresso per il titolo della copertina in edicola oggi, venerdì 15 dicembre, "Bevi Napoli e poi muori" in cui di fatto viene messa nel mirino l'acqua pubblica di Napoli con l'accusa di contenere sostanze nocive. Una copertina "vergognosa che merita una risposta immediata", ha dichiarato il sindaco Luigi De Magistris, che ha parlato di "un attacco premeditato contro Napoli", attraverso l'uso di un "titolo diffamatorio" che può avere effetti devastanti sull'opinione pubblica, "come un proiettile". Per questo l'amministrazione chiederà all'Avvocatura comunale di agire per vie legali, chiedendo un risarcimento di un miliardo di euro. L'acqua della città partenopea, ha attaccato De Magistris in apertura del suo intervento in Consiglio comunale, "è la più controllata d'Italia", ma quella realizzata da l'Espresso "non è un'inchiesta, non è una pagina di buona informazione. Io - ha proseguito - mi farei ammazzare per l'indipendenza della magistratura e dell'informazione, ma di fronte a copertine simili ci sarà una reazione dura". Poi ha inviato un messaggio al direttore del settimanale: "Napoli ha i suoi problemi che non sono peggio di quelli del luogo in cui il direttore di questo settimanale vive, lavora e guadagna un sacco di soldi". La replica dell'Espresso non si è fatta attendere: "Prima di annunciare querele - scrive il settimanale in una nota - sarebbe opportuno accertare se questi rischi individuati nel 2011 sono stati eliminati, partendo proprio dall'analisi di quello che esce dai rubinetti. Per poi estendere i riscontri ai vapori di gas tossici individuati nel terreno e alla situazione dell'aria, dove sono state scoperte sostanze cancerogene bandite da decenni".