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Roma, il liceo che sul libretto scrive "genitore 1" e "genitore 2"

Cècile Kyenge e Laura Boldrini

Andrea Tempestini
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No, non è affatto un liceo come gli altri. Anzi, come gli altri licei romani d'elite, quelli dove “l'intellighenzia de' sinistra” ha studiato e dove ora manda figli e nipoti, il Mamiani è strutturalmente costretto a dover esser un passo avanti agli altri per non restare indietro.  In tutto e per tutto.  Sarà per questa ragione che al posto di “padre” e “madre”, sul libretto delle giustificazioni degli studenti dello storico liceo classico della Capitale, ci sarà la dizione “genitore 1” e “genitore 2”, come aveva chiesto il ministro Cecile Kyenge, scatenando un'ondata di polemiche. E così dopo Bologna, che ha battuto tutti sul tempo adottando la soluzione “neutrale” per i moduli d'iscrizione alle scuole del comune, la dizione uno e due sbarca nella Capitale,  seppur su un semplice libretto. L'importante, stando al regolamento scolastico, è che la firma riportata nella giustificazione sia la stessa depositata in segreteria. La novità, essendo stata introdotta da quest'anno, ha costretto i dirigenti del liceo  a ristampare tutti i libretti, dicendo addio a mamma e papà. Volendo essere veramente progressisti, in barba alla Costituzione e alle regole condivise, un po' di euro spesi così non sono un problema. Anzi,  «è stata una scelta delle famiglie», spiega la preside dello storico liceo Tiziana Sallusti.  Insomma, per i radical chic essere un passo avanti è una necessità, che va al di là della logica e del dibattito politico.  In fondo il Mamiani è sempre il liceo di “Porci con le ali”,   uno dei simboli del '68, il liceo della borghesia di Prati, della “Roma bene” progressista e che vanta tra i suoi alunni dal Nobel Emilio Segrè ai fratelli Muccino, da Altiero Spinelli a Nicola Piovani, tanto per fare qualche nome.  E allora «genitore 1 e genitore 2 non vuole essere un'offesa a nessuno, sia ben chiaro, meno che mai alla famiglia», spiega la preside, «non c'è nulla di più prezioso di una madre e di un padre, ma non si può fare finta di non vedere che oramai più della metà dei nostri studenti vive in famiglie allargate, dove uno dei due non è il genitore naturale, ma si prende cura del ragazzo come se lo fosse».   Certo, i vertici dell'associazione Gay Center giudicano  «positiva» la scelta della preside, che «va nella direzione giusta anche per non discriminare i genitori gay e lesbiche», afferma Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center .Ma se la famiglia è un bene, e un padre e una madre sono quanto di più «prezioso» c'è, come sostiene la preside del liceo Mamiani, perché eliminarli, anche solo dal libretto della giustificazioni? Al di là dell'evidente contraddizione con le parole della  preside, c'è qualcosa che non torna.  E i conti non tornano a tanti. «Ogni ragazzo nasce da un padre e da una madre», afferma Antonio Affinita, direttore generale del Moige, suscita perplessità la scelta di cancellare la parola madre e padre sui libretti di giustificazioni, peraltro senza coinvolgere, in una scelta democratica e condivisa tutti i genitori nella scuola». «Sono temi che toccano le identità delle persone, con questa scelta si discriminano i genitori che ancora si sentono padri o madri e non genitore 1 e genitore 2».  Ancor più duro il commento di Fabio Rampelli, vicecapogruppo di alla Camera di Fratelli d'Italia. «Un'idiozia ideologica che Fdi contrasterà in ogni modo».  A partire proprio dalla scuola. di Enrico Paoli

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