Esposito, il Csm archivia la pratica
Il Consiglio superiore della Magistratura decide di archiviare la pratica sul trasferimento d'ufficio
Archiviato. Il giudice Antonio Esposito ha sbagliato ma si salva. Il plenum del Csm archivia (con 17 voti a favore 5 astenuti e 2 contrari) la pratica del caso del presidente della sezione feriale della Cassazione che, ad agosto scorso, anticipò al quotidiano partenopeo "Il Mattino" le motivazioni della sentenza che aveva reso definitiva la condanna di Silvio Berlusconi per frode fiscale nel caso dei diritti Mediaset. Dopo oltre due ore di discussione, a tratti animata, il plenum del Csm ha accolto la richiesta di archiviazione della pratica della prima commissione con importanti emendamenti. E' stato accolto l'emendamento del consigliere laico del Pdl Nicolò Zanon, che aveva chiesto di disporre la trasmissione della delibera votata oggi alla quarta commissione "affinchè valuti l'avvio della procedura garantita di inserimento della stessa nel fascicolo personale del magistrato". Un altro emendamento è stato proposto dal relatore del provvedimento, Mariano Sciacca, che rileva come "non si può escludere che la condotta di Esposito possa assumere rilievo disciplinare in considerazione del fatto che l'intervista è stata resa dal presidente della sezione dopo la lettura del dispositivo ma prima del deposito della motivazione". E infine è stato soppresso un intero paragrafo riguardante un possibile ricorso alla procedura di trasferimento. I votanti - Tra i voti favorevoli, quello del vicepresidente Michele Vietti e del laico del Pdl Annibale Marini, presidente della prima commissione. Contrari, invece, Bartolomeo Romano (laico Pdl) ed Ettore Albertoni (laico della Lega). Gli astenuti, invece, oltre al primo presidente della cassazione Giorgio Santacroce, sono i togati di Magistratura indipendente Antonello Racanelli e Alessandro Pepe, nonchè i laici del Pdl Filiberto Palumbo e Nicolò Zanon. Non ha partecipato al dibattito sulla pratica Esposito il pg di cassazione, Gianfranco Ciani, che nei confronti del magistrato ha da tempo avviato una pre-istruttoria disciplinare. Le motivazioni - Non si può escludere che la condotta del dottore Esposito possa assumere rilievo disciplinare - afferma il Csm con la delibera approvata - in considerazione del fatto che l'intervista è stata resa dal presidente della sezione dopo la lettura del dispositivo ma prima del deposito della motivazione". Dal testo originario è stata espunta con un emendamento tutta la parte in cui la prima commissione aveva definito "inopportuna" l'intervista rilasciata da Esposito e relativa alla condanna pronunciata dal collegio di cassazione da lui presieduto nei confronti del leader del Pdl. In particolare, il plenum ha ritenuto di non puntualizzare nel documento approvato tutta la questione riguardante l'eventuale incompatibilità "ambientale o funzionale" a carico di Esposito. Nella delibera approvata resta però puntualizzato quanto espresso anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale "ha più volte invitato - ricorda il csm - i magistrati a ispirare le proprie condotte a criteri di misura e riservatezza". Il caso Esposito, dunque, resta ora aperto soltanto davanti ai titolari dell'azione disciplinare: gli ispettori del ministero della Giustizia, già nell'agosto scorso, erano stati incaricati di occuparsi della vicenda, e, contemporaneamente il pg di cassazione aveva avviato la sua pre-istruttoria. Il giudice Esposito, negli ultimi giorni, ha inviato delle memorie a palazzo dei Marescialli in cui lamentava un "mancato approfondimento" da parte della prima commissione relativo ai contenuti dell'intervista 'incriminatà, di cui il csm aveva acquisito la trascrizione puntuale. Esposito, inoltre, nelle sue memorie aveva contestato il fatto che la prima commissione, nella sua proposta al plenum, aveva indicato fatti di rilievo disciplinare