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Agguato al parco, proiettile gli trapassa la testa ucciso il capo ultrà della Lazio

Maria Pezzi
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Un omicidio brutale a Roma. E' stato colpito alle spalle a distanza ravvicinata nel parco degli Acquedotti, in via Lemonia all'altezza del civico 273, in zona Cinecittà a Roma. Fabrizio Piscitelli, capo ultras della Lazio, meglio noto come Diabolik, è stato centrato da un proiettile esploso alle spalle e che lo ha centrato alla testa trapassandolo all'altezza dell'orecchio sinistro. Sul posto i poliziotti del commissariato Tuscolano. A quanto si apprende da fonti investigative, era seduto su una panchina al parco con un altro uomo non identificato, quando è stato avvicinato alle spalle dal killer che ha esploso un colpo alla nuca, uccidendolo sul colpo. L'uomo che era con lui dopo l'agguato si è dileguato, ed è ricercato in queste ore.  Per gli inquirenti il movente di un omicidio sembra pianificato. Piscitelli aveva avuto in passato problemi giudiziari legati alla droga. Sulla morte sta indagando anche la Direzione distrettuale antimafia di Roma. Il procuratore facente funzioni, Michele Prestipino, ha aperto un fascicolo di indagine, al momento a carico di ignoti. Le indagini sono affidate ai poliziotti della Squadra Mobile.  Chi era  - Volto noto della Curva Nord degli ultrà della Lazio, Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, era stato più volte al centro di vicende giudiziarie legate al tifo per la Lazio ma anche a indagini sul traffico internazionale di stupefacenti. Piscitelli viene menzionato anche nelle carte dell'inchiesta Mafia Capitale.   Secondo gli inquirenti che indagavano all'epoca sulla vicenda, Piscitelli era ritenuto un soggetto «pericoloso» da oltre 25 anni, «vissuto costantemente all'insegna della prepotenza e della sopraffazione sul prossimo, indifferente ai numerosi provvedimenti di polizia adottati nei suoi confronti» e si sarebbe «dedicato al crimine organizzato finanziando numerose importazioni di sostanze stupefacenti». 

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