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Alex verso Lampedusa, Matteo Salvini chiude i porti: sfida politica della ong Mediterranea

Davide Locano
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Una provocazione continua, una sfida all'Italia e Matteo Salvini che non conosce sosta. Ora, dopo Sea Watch 3, è il turno di Alex, la barca a vela della ong Mediterranea, di cui Luca Casarini è capo missione. Dopo aver recuperato 54 immigrati in acque sar libiche, ovvero laddove a loro non compete (tanto da essere inseguiti dalle autorità locali, che poi hanno desistito), ecco che Alex ha fatto rotta verso Lampedusa. Ora si trovano a 12 miglia dal porto. In barba, ancora una volta, alle leggi e al fatto che non sia il porto sicuro più vicino. "La Nave Alex di #Mediterranea fa rotta verso Nord, fuori dalla zona SAR libica. Abbiamo chiesto a ITMRCC Roma l'assegnazione urgente di #Lampedusa come porto sicuro più vicino di sbarco per le 54 persone salvate a bordo", ha twittato alle 21.30 l'imbarcazione. Anche se il Centro di coordinamento del salvataggio di Malta ha offerto come "gesto di buona volontà" la disponibilità del governo maltese allo sbarco sull'isola delle 54 persone a bordo di Alex. Ma ovviamente, dalla ong fanno sapere che "per le condizioni psicofisiche delle persone a bordo e le caratteristiche della nave, non è in grado di affrontare la traversata verso Malta. Siamo disponibili a trasferire i naufraghi su motovedette maltesi o della Guardia Costiera italiana". La solita messinscena: il loro obiettivo, proprio come quello di Carola Rackete con Sea Watch 3, è andare allo scontro con l'Italia. Una chiara sfida politica alla quale Salvini ha risposto all'alba, con un atto formale di chiusura dei porti. Prima il ministro dell'Interno aveva affermato: "Se la ong Mediterranea ha davvero a cuore la salvezza degli immigrati allora ora nave Alex faccia rotta nel porto sicuro più vicino, che è in Tunisia rispetto a Lampedusa". Ma l'unica volontà di Mediterranea, ovviamente, è politica. Leggi anche: Mediterranea, la Alex salva immigrati in barca a vela

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