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Sea Watch, Gregorio De Falco: "Carola Rackete non aveva alcun obbligo di fermarsi, deve essere liberata"

Giulio Bucchi
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"Carola Rackete non aveva alcun obbligo di fermarsi e dovrà tornare in libertà". A parlare non è Gino Strada, ma Gregorio De Falco, senatore eletto con il Movimento 5 Stelle, dissidente e oggi nel Gruppo Misto e soprattutto ex comandante della Guardia Costiera. Intervistato dall'agenzia AdnKronos, il senatore dice la sua sul blitz notturno della Sea Watch, con la nave che ha forzato i blocchi, speronato una motovedetta della Finanza e fatto scendere sul molo i 40 migranti rimasti a bordo.   Leggi anche: "Fermati!". Il video della manovra criminale della Sea Watch contro la motovedetta "L'arresto della Rackete - spiega De Falco - è stato fatto per non essersi fermata all'alt impartito da una nave da guerra ma la nave da guerra è altra cosa, è una nave militare che mostra i segni della nave militare e che è comandata da un ufficiale di Marina, cosa che non è il personale della Guardia di Finanza. Non ci sono gli estremi. La Sea Watch è un'ambulanza, non è tenuta a fermarsi, è un natante con a bordo un'emergenza. La nave militare avrebbe dovuto anzi scortarla a terra". La linea del comandante combacia con quella dei pro-ong: "Sea Watch non avrebbe potuto andare in altri porti, il più vicino è Lampedusa e non aveva alcun titolo a chiedere ad altri, sebbene lo abbia fatto. Ha atteso tutto quello che poteva attendere finché non sono arrivati allo stremo; a quel punto il comandante ha detto basta ed è entrata per senso di responsabilità. È perverso un ordinamento che metta un uomo, o una donna in questo caso, di fronte a un dramma di questo tipo. Quella nave aveva un'emergenza e aspettava da troppo". Non solo: "Fatti gli accertamenti da parte della Procura, dovrà tenersi conto del fatto che non ci sono gli estremi giuridici per tenere in stato di fermo la comandante. Dovrà essere liberata per civiltà giuridica e umana". 

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