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Venditori telefonici da incubo, come ti possono incastrare: finisci per pagare e a tua insaputa

Davide Locano
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Telefonano a ogni ora del giorno e della sera e propongono di tutto: dall' acquisto di vini al cambio dell' operatore telefonico, passando per le proposte di nuovi contratti per l' energia elettrica per finire con le criptovalute proposte da sedicenti esperti che telefonano, metodicamente, da call center situati in Albania. Sono le agenzie che si occupano di telemarketing, nessuno di noi è salvo dalle loro martellanti richieste. Stai per metterti a tavola e "Driiin"! Lo scocciatore chiama per proporti l' ultima delle cose che compreresti in tutta la tua vita. Stai per entrare in una riunione di lavoro e zac! Arriva la famigerata telefonata. A nulla serve assicurare di non essere interessati. Loro tornano alla carica 1,10,100 volte. In Italia esistono 200 di queste imprese, ma non tutte si occupano di vendita. Il 60% del comparto è detenuto da sette di esse: Almaviva, Comdata, Call & Call, Transcom, Teleperformance, Visiant, Abramo. Leggi anche: Conto corrente, l'ultima truffa: allarme della polizia 80.000 le persone che vi lavorano, prevalentemente con contratti part-time. Esiste però una giungla di imprese che si avvale di call center dislocati all' estero. Romania, Albania e Croazia le nazioni che maggiormente sono scelte per delocalizzare. È stato verificato che ogni italiano riceve, in media, 11 chiamate al mese e siamo all' 11° posto su scala mondiale per ciò che riguarda le nazioni più colpite da questo fenomeno. Aumentano le telefonate che propongono gli abbonamenti TV (+48%) e quelle che ti consigliano di cambiare il gestore dei servizi di telefonia o della fornitura elettrica (+25%). Le fasce orarie più calde: dalle 11 alle 18. Un vero tormento, che può produrre danni non di poco conto. Se il malcapitato consumatore non ha intenzione di accettare la proposta, può ritrovarsi ugualmente con affibbiato un contratto mai firmato. Com' è possibile? TAGLIA E CUCI Ecco spiegato il mistero: alcune di queste organizzazioni arrivano a fare delle vere opere d' arte di taglia e cuci delle registrazioni telefoniche. Dopo aver concluso la conversazione, resta la registrazione (cosa che per legge deve essere dichiarata all' inizio della conversazione ma che quasi mai avviene). A questo punto, acquisiscono l' audio, lo tagliano, aggiungono una serie di domande, incollano il "Sì" strappato all' ignaro interlocutore durante la chiacchierata, e il gioco è fatto: hanno l' approvazione di un contratto che non ci siamo mai sognati di approvare. È molto importante, durante questo tipo di contatti, non pronunciare mai parole come "Sì" oppure "D' accordo". Può costare molto caro. Molti si chiedono: «Dove hanno scovato il mio numero di cellulare o di casa?» La risposta è semplice: esiste un vero e proprio mercato di compravendita di database che contengono migliaia di nominativi coi relativi numeri telefonici. Sono liste preziosissime per chi opera nel settore delle vendite telefoniche, e queste aziende sono pronte a cacciare migliaia di euro per appropriarsene. Per rendere il proprio numero di telefono rintracciabile da queste organizzazioni, è sufficiente iscriversi a un sito web, nel cui modulo di adesione è chiesto di comunicare anche un recapito telefonico oltre ad acconsentire al trattamento dei propri dati. Oppure basta aderire a una raccolta punti del supermercato: per ottenere la tessera, è necessario compilare un certificato di adesione, e anche qui è richiesto l' inserimento di un numero di contatto e il consenso al trattamento dei dati. È fatta: siamo nelle mani degli scocciatori seriali. Particolari software entrano in gioco per verificare che le numerazioni telefoniche siano attive. Quando arriva una telefonata, e dall' altro capo del telefono non risponde nessuno, si tratta di una comunicazione virtuale. Nel momento in cui si risponde, il programma informatico verifica che quel numero è attivo. Entro breve tempo si riceverà, matematicamente, l' odiata chiamata dal telemarketing di turno. La situazione, da troppi anni, è talmente pesante che nel 2010 l' Italia rischiò grosso da parte della Commissione Europea che aprì una procedura d' infrazione - la IP/10/64 - a causa delle pratiche commerciali telefoniche troppo aggressive. Il Garante per la Privacy rispose in breve tempo: nel 2011 fu realizzato il Registro Pubblico per le Opposizioni, che consiste nella possibilità, per i cittadini, di negare il consenso al ricevimento delle telefonate-scocciatura. Gli esiti, fino a oggi, non sono stati quelli sperati per un paio di ragioni: la prima è che si può registrare unicamente il numero di telefonia fissa, quindi le scocciature continuano attraverso il cellulare. La seconda ragione è che possono iscriversi al registro unicamente i numeri telefonici delle liste pubbliche - 13 milioni circa - e quindi restano fuori tutti quelli che non vi sono compresi, la maggior parte. Recentemente, però, è stata valutata la possibilità di una modifica a questo registro, che consentirà di poter inserire anche il numero di cellulare e di cancellare in un colpo solo tutti i consensi al trattamento dei dati rilasciati nel tempo. Non solo: tra le proposte al vaglio dell' Autorità, quella che imporrebbe a queste realtà commerciali di avere una numerazione telefonica univoca, al fine di poter essere individuate da chi le riceve. QUALCHE CONSIGLIO In attesa delle modifiche al registro, ecco qualche consiglio. Evitare di pubblicare il proprio recapito sui profili social. Bloccare le numerazioni attraverso l' opzione presente ormai su ogni cellulare. Altrimenti è possibile scaricare una delle tante APP che intercettano, e bloccano, le chiamate che giungono da contatti sospetti. Consiglio finale: se si sta subendo un vero attacco alla propria privacy e alla tranquillità, si può denunciare questa pratica aggressiva al Co.Re.Com, il Comitato Regionale delle Comunicazioni, cui sono state date competenze in materia di definizione delle controversie tra utenti e operatori del settore delle telecomunicazioni. Auspichiamo non debba servire, ma sempre meglio sapere cosa si può fare per cautelarsi. di Emilia Urso Anfuso

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