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Rom ladre e incinte, la circolare del procuratore di Milano Francesco Greco: "Perché non si devono arrestare"

Caterina Spinelli
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Per le donne rom incinte o con figli il Palazzo di Giustizia di Milano stabilisce che non si può procedere all'arresto se queste sono condannate in via definitiva. A deciderlo è il procuratore capo Francesco Greco che ha inviato una circolare datata 12 dicembre 2016, al fine di non intasare il Tribunale e snellire le procedure. Prendono di mira il capoluogo lombardo (per compiere furti in stazione) arrivando in gruppi di dieci/quindici, le donne nomadi che hanno alle spalle già otto o, peggio ancora, dieci anni di reclusione. Queste però - spiega Il Giorno - dopo il fermo vengono rilasciate sulla base di un provvedimento legato all'articolo 146 del codice penale. "Questa norma non funziona, è verificato - spiega il segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap), Stefano Paoloni -. È un principio giusto per la tutela della maternità, ma se viene usato come scusante per non rispondere dei reati è necessario fare una valutazione diversa" Leggi anche: Rom, il sindaco Sala propone il Daspo Poi ancora: "La presenza delle forze dell'ordine è un deterrente fondamentale contro le rom incinte a caccia di borseggi. Ma questi soggetti spesso escono prima di noi dai nostri uffici, il tempo di completare verbale di fermo e sono libere. Chi delinque quotidianamente come principio di sostentamento non ha nulla da perdere, sfrutta i varchi che ci sono nelle norme: i rom sono avvezzi a rapportarsi con le forze dell'ordine e hanno una consapevolezza approfondita delle leggi italiane, molto maggiore di molti italiani stessi". Per quanto riguarda la circolare della procura di Milano, che invita a non fermare le colpevoli per non intasare gli uffici giudiziari, è in atto una disparità di vedute tra procure che hanno idee molto diverse sull'arresto delle nomadi colte in flagranza. "Lo ripeto, sarà fondamentale che venga modificata la norma - prosegue Paoloni sulle pagine del Giorno -. Esiste discrezionalità da parte delle procure e ogni fatto va valutato a sé. Milano, per arrivare a questa decisione, avrà fatto le proprie valutazioni".

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