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Carlo Nordio spara contro la magistratura: "A casa tutti i giudici Csm dopo la riforma del Consiglio"

Cristina Agostini
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Devono andare a casa tutti i giudici del Csm e i nuovi vanno sorteggiati per spezzare l'intollerabile rapporto con la politica. Carlo Nordio, ex procuratore aggiunto di Venezia, negli anni Ottanta protagonista delle indagini sulle Brigate rosse venete e poi negli anni Novanta con Tangentopoli, in una intervista a ItaliaOggi, chiede le teste di tutti i componenti del Consiglio superiore di magistratura: "Lo scioglimento è un rimedio estremo e cruento, e d'altra parte porterebbe a un Csm eletto con i criteri di oggi. Credo sia urgente la riforma, e poi tutti a casa". Leggi anche: "Mi basta mandare un sms". Lotti si vantava, Mattarella lo inchioda: "Millantatore" Nell'inchiesta sono finiti il magistrato Luca Palamara, ex consigliere del Csm ed ex presidente Anm, accusato di corruzione, e pure Luca Lotti, ex ministro dello Sport con Matteo Renzi, che avrebbe tentato di condizionare alcune nomine. "In teoria non dovrebbero esserci «frequentazioni», tra politici e magistrati, finalizzate alla distribuzione di cariche. Ma questo, ripeto, è sempre avvenuto. Mi piacerebbe che tutti gli interessati, compresi i membri dei Consigli precedenti, fossero chiamati a giurare sul loro onore che non vi è mai stata baratteria politica nella nomina delle funzioni apicali", dice Nordio. "E mi piacerebbe che si girassero i tabulati dei magistrati nell'imminenza delle elezioni dell'Anm e del Csm per vedere l'impennata pazzesca delle loro comunicazioni. Quando scrissi queste cose vent'anni fa fui chiamato a render conto delle mie idee dai probiviri dell'Associazione. Li mandai al diavolo, e l'allora presidentessa Paciotti ingoiò il rospo: dopo un po' disse che la vicenda aveva perduto interesse. Ci avevano provato". Fino a ieri, continua l'ex procuratore, era più forte la magistratura rispetto alla politica. Ma "ora sono entrambe deboli, e la magistratura lo sarà ancora di più, perché la storia di Palamara, secondo me, è solo agli inizi". Palamara, conclude Nordio, "ha ammesso, ma ha anche ammonito, di aver frequentato altri politici e altri magistrati in altre occasioni. Avrebbe ora una buona occasione per raccontare tutto, e squarciare il velo dell'ipocrisia che altrimenti ammorberebbe il Paese a lungo, con la distillazione di intercettazioni sapientemente pilotate. Lo inviterei a non commettere l'errore di Bettino Craxi di venticinque anni fa, quando disse che aveva fatto come tutti, ma lasciò il discorso a metà, e fu praticamente l'unico a pagare per gli altri".

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