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Legittima difesa, il sottosegretario Nicola Molteni gela il tabaccaio di Ivrea: "Se ha sparato alle spalle..."

Giulio Bucchi
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Si complica la posizione del tabaccaio di Pavone Canavese, alle porte di Ivrea, che ha sparato a un ladro entrato nel suo negozio di notte, uccidendolo. L'autopsia ha rilevato come il colpo di fucile sia partito dall'alto (dall'abitazione del tabaccaio) e abbia colpito alle spalle il ladro, mentre si stava allontanando. Leggi anche: "Salvini cialtrone". Dove si spinge la Boldrini sul tabaccaio di Ivrea Una ricostruzione che smentisce la versione del negoziante e che potrebbe rendere inapplicabile la nuova legge "a maglie larghe" sulla legittima difesa voluta dalla Lega. Se è vero che il ministro degli Interni Matteo Salvini ha ribadito di essere comunque vicino al chi il furto lo ha subito, il suo sottosegretario al Viminale e fedelissimo Nicola Molteni chiarisce alcuni punti: "La nostra è una legge che andava fatta, perché andava affermato il diritto di difesa all'interno delle nostre case. Non è pensabile che chi viene colpito sia costretto anche a risarcire il ladro, qualora reagisca", spiega al Messaggero. Ma il caso di Ivrea, al netto delle successive verifiche degli inquirenti, a oggi sembra differente: "È chiaro che la legge sulla legittima difesa evidentemente non scatta se spari alle spalle. Era così anche prima. Ed è per questo che la vera importanza sta nella prevenzione, proprio perché bisogna evitare che simili episodi accadano".

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