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Matteo Salvini e la Polizia, la voce inquietante: "Stanno mollando il ministro?"

Giulio Bucchi
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Una "sovrapposizione pericolosa" tra Polizia di Stato e Viminale. Secondo la Stampa, la politica di totale supporto alle forze dell'ordine del ministro degli Interni Matteo Salvini, tra dichiarazioni, post su Facebook e selfie, starebbe mettendo in imbarazzo gli esponenti in divisa blu, preoccupati di venire etichettati come "guardie del corpo" del leader della Lega in questo preciso momento storico.  Leggi anche: Salvini a Milano con la Le Pen, ecco i "democratici saluti" della sinistra sui balconi "La Polizia di Stato serve il Paese e non è piegata ad alcun interesse di parte", ha sottolineato qualche giorno fa Franco Gabrielli, capo della Polizia, rispondendo alla polemica tutta politica innescata da Roberto Saviano, vero leader degli anti-salviniani d'Italia. Ma, riporta il quotidiano torinese, l'inquietudine tra i poliziotti inizia a serpeggiare. "Il ministro - spiega Giuseppe Tiani, segretario del sindacato Siap, a La Stampa - dovrebbe considerare l'enorme visibilità di cui gode, gli effetti indesiderati, e un po' di sobrietà non guasterebbe. Anche perché ci sono menti meno illuminate della sua...". Detto questo, però, le accuse sul caso degli striscioni contro Salvini rimossi in varie città d'Italia, simbolo di "fascismo dilagante" secondo la sinistra, vengono ridimensionate a quel che sono in realtà: beghe elettorali, alla vigilia del voto. "Ai tempi di Cossiga - racconta sempre Tiani a la Stampa - lavoravo in una Digos. Era il tempo in cui dappertutto si scriveva Cossiga con la K. Noi intervenivamo sempre". "Tutti strumentalizzano - chiosa Enzo Letizia, dell'associazione funzionari di polizia - perché tutti vorrebbero che all'avversario politico si facesse quel che non tollerano per essi". E infatti, ricorda il quotidiano torinese, sono stati sempre sequestrati gli striscioni contro Berlusconi, contro Prodi, contro Renzi o contro Maria Elena Boschi. "Uno striscione provocatorio - concludono dalla Polizia - è ovvio che venga esaminato: può nascondere un'insidia, o potrebbe scatenare la reazione dei fan di quel partito, o comunque essere una perturbazione delle libertà costituzionali. Guai a permettere ai facinorosi, di destra come di sinistra, d' impedire il regolare svolgimento dei comizi".

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