Matteo Salvini, il vero obiettivo degli antifascisti
Vittima collaterale di un' offensiva serrata che ha come obiettivo il ministro dell' Interno, l' editore Francesco Polacchi, militante di CasaPound, è stato estromesso dal Salone del Libro di Torino per avere pubblicato un libro-intervista su Matteo Salvini. Eppure il crimine peggiore che egli ha subito non è stato l' essere ostracizzato né l' essere spogliato della libertà fondamentale di espressione, pensiero e parola, bensì il venire etichettato con la spillatrice per ciò che non è, ossia un razzista omofobo da condannare al pubblico ludibrio e all' emarginazione sociale. È il fio che pagano tutti coloro che si interfacciano, gravitano o apprezzano il leader della Lega. Persino i suoi elettori sono considerati umanoidi sottosviluppati e rozzi, ignoranti e retrogradi. Così che votare a favore di Salvini diventa una macchia sulla fedina penale, qualcosa da nascondere per non guadagnarsi lo sdegno di quel gruppetto di sedicenti intellettuali spocchiosi che si proclamano "antifascisti", sostenitori dei valori democratici a parole, mentre nei fatti si dimostrano allergici a chi non la pensa come loro e intolleranti, tanto da mettere al bando una casa editrice che - udite, udite - fa ciò che fanno tutte le case editrice: edita opere letterarie e roba simile. Gli antifascisti altro non sono che un' associazione di bulli che vantano la pretesa di essere migliori di tutti gli altri, di avere in tasca verità assolute e che hanno individuato in Salvini non un semplice avversario politico, piuttosto un vero e proprio nemico pubblico da colpire con qualsiasi mezzo, da screditare con qualsiasi insulso pretesto e da annientare il prima possibile. Peccato però che queste operazioni di guerra aperta si concludano sempre con flop clamorosi, che non fanno altro che giovare alla Lega e fare di Matteo una sorta di eroe che resiste e incassa ogni colpo, così come ha recato vantaggio al titolare di Altaforte, editore di nicchia che conoscevano appena quattro gatti e che oggi è rinomato da Nord a Sud tanto che il libro incriminato è andato a ruba. Ad incidere in modo positivo è di certo anche l' atteggiamento non belligerante del vicepremier, il quale alle provocazioni usa rispondere con il sorriso e con la filosofia della non-violenza alla stregua di Mahatma Gandhi o di Martin Luther King, altro che novello Mussolini! Davanti al pacifismo salviniano i nazi-antifascisti si incazzano ancora di più, poiché non si rassegnano al fatto che Matteo piaccia e che il loro accanimento spietato non sortisca gli effetti desiderati. MANCANZA DI IDEE Ogni motivo è buono per esprimere indignazione ed urlare allo scandalo. Salvini indossa la felpa ed è criticato, mette su la divisa della polizia ed è attaccato. Mangia un panino e fa schifo, divora le tagliatelle ed è un burino. Sta in giro per incontrare ed ascoltare i cittadini ed è giudicato assenteista del Viminale; non si reca in fretta e furia a Napoli dopo la sparatoria in cui è rimasta vittima la piccola Noemi ed è lontano dagli italiani. Interrompe la relazione con Elisa Isoardi e viene insultato, si fidanza con Francesca Verdini e viene disapprovato. Fa colazione con la nutella e ne esce fuori un' amara polemica, pranza con la polenta e finisce anche peggio. Cena con "quattro salti in padella" ed apriti cielo. Insomma, "qualsiasi cosa fa, ovunque se ne sta, lui sempre pietre in faccia prenderà", parafrasando una celebre canzone. L'invettiva politica ha toccato punti miserrimi, che ci rivelano quanto piccolo sia l' essere umano oltre che una generale mancanza di argomentazioni ed idee. Rievocare il fantasma di Mussolini paventando il sicuro ritorno della dittatura al fine di screditare il titolare del dicastero dell' Interno è oltre modo ridicolo. Del resto si sa che la sinistra italiana, incapace di mettersi in discussione e di riconoscere le proprie colpe e debolezze, si è impantanata in un tipo di propaganda non costruttiva bensì distruttiva (soprattutto verso se stessa). Essa non espone programmi, obiettivi, intenzioni, valori, semina soltanto livore in quanto incapace di proporsi come efficace baluardo delle fasce deboli della popolazione, che ha abbandonato da un bel pezzo per indulgere alla magniloquenza e battersi per lo ius soli e l' accoglienza sfrenata di chiunque desideri varcare la frontiera italiana e viverci sul groppone. La sinistra, che si dice antifascista, è un coacervo di contraddizioni: mediante metodologie fascistoidi intende avversare il presunto totalitarismo leghista, ricorrendo persino alla censura, all' estromissione forzata, al boicottaggio. Organizza manifestazioni pro-migranti e poi lascia marcire per strada gli immigrati stessi, accolti sì ma poi buttati sul marciapiede come spazzatura. Si dichiara "democratica" e dopo calpesta i principi fondanti di ogni regime siffatto, come pluralismo e libertà di opinione. Allorché si manifestano tali spropositate crisi di identità, è utile lo psichiatra. Ma qui servirebbe l' esorcista. di Azzurra Barbuto