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Vaticano, Papa Francesco, Ratzinger e il "colpo di mano". L'esperto: "Solo con l'Emerito invisibile"

Giulio Bucchi
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La coesistenza tra Papa Francesco e Joseph Ratzinger, il Papa emerito, è possibile solo se il predecessore di Bergoglio resta "invisibile". Secondo lo storico del Cristianesimo Massimo e teologo Massimo Faggioli, intervistato dalla Stampa, il documento devastante di Benedetto XVI su Vaticano, Chiesa e pedofilia riapre una ferita istituzionale e politica nella Santa Sede su cui, dal 2013 a oggi, molti hanno preferito tacere. Secondo il docente della Villanova University (Usa) l'intervento di Ratzinger è addirittura "improprio" e "relativo a una questione delicatissima, quella degli abusi sessuali, su cui nella Chiesa universale, soprattutto nei Paesi maggiormente travolte dalla crisi, non c'è unità di interpretazione". Leggi anche: "Film por***o e club a luci rosse". Trema il Vaticano, cosa spunta nel testo di Ratzinger Una granata insomma gettata in pubblica piazza "In più - spiega Faggioli -, la scelta di pubblicare gli appunti su media cattolici e non-cattolici che negli Stati Uniti fanno parte dell'apparato conservatore e tradizionalista che da sempre fa propaganda contro papa Francesco alimenta il dubbio che si tratti un colpo di mano per indebolire Bergoglio - da parte non di Benedetto, ma di altri". Il problema, sottolinea l'esperto, è che la figura di "Papa emerito" è assolutamente nuova per la Chiesa "e può funzionare bene senza particolari regolamentazioni o statuti giuridici solo se resta invisibile. Dal momento che inizia a essere visibile, va regolato. La situazione ha retto finora perché Ratzinger è stato, su tutte le questioni cruciali della Chiesa, abbastanza invisibile". Il professore mette in dubbio anche l'autenticità del testo di Ratzinger: "Non si comprende con chiarezza se sia stato compilato esclusivamente da Benedetto. L'articolo sembra una caricatura del suo pensiero. Anche perché la risposta istituzionale alla crisi degli abusi sessuali inizia con il suo pontificato. E poi è improbabile che Ratzinger trascuri l'evidenza che la pedofilia nella Chiesa esisteva già prima del '68 e non riguardava solo l'ala progressista, ma anche prelati importanti legati alla rigida ortodossia".

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