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Assassinio Meredith, riparte il processo. Parla Sollecito: "Io perseguitato"

Arriva la perizia dei Ris: "Il dna sul coltello concorda con quello di Amanda Knox"

Francesca Canelli
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Riparte l'udienza dell'appello bis del processo per l'omicidio di Meredith Kercher. Nel tribunale di Firenze i carabinieri del Ris hanno illustrato l'esito di una perizia su una traccia di dna trovata sul coltello che l'accusa ritiene essere l'arma del delitto. E per la prima volta sui banchi dell'Aula è seduto Raffaele Sollecito.  Nell'unica dichiarazione rilasciata, il ragazzo afferma di essere vittima di "un'allucinante persecuzione". Prima dell'inizio dell'udienza, Sollecito aveva consultato il computer, trincerandosi dietro un silenzio ferreo. "E' provato ma sereno", aveva affermato il suo avvocato Giulia Bongiorno, confermando che durante il processo Sollecito avrebbe rilasciato dichiarazioni spontanee.  La traccia di dna trovata tra la lama e il manico del coltello sembra intanto avere "notevoli affinità" con il profilo genetico di Amanda Knox, ha spiegato in aula il perito del Ris nominato dalla Corte d'Assise di Firenze. "Supportiamo fortemente - ha detto - che il profilo genetico di Amanda sia presente nella traccia". Per l'accusa non c'è dubbio che quella sia l'arma con la quale è stato commesso l'omicidio, ma la difesa ha sempre sostenuto che il coltello venne sequestrato in casa di Sollecito, all'epoca fidanzato di Amanda, e quindi sarebbe normale che sul manico vi fossero le impronte della ragazza.  Tuttavia, con gli altri personaggi coinvolti nel caso, non vi è concordanza."c'è "un'evidente discordanza tra il profilo della vittima e quello della traccia", ha sottolineato il maggiore Andrea Bardi, del Ris di Roma. "Una notevole discordanza anche per Rudy Guede, 14 valori su 18 e altrettanta discordanza anche su Meredith con valore di 15 su 20. L'unica concordanza si registra, invece, - sottolineano i Ris - su Amanda Knox, comprendente un valore di 18 su 18".

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