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Lega Nord, le sagre di Piacenza spaccano il partito: Bossi va a quella della zucca, il segretario provinciale ne organizza un'altra

L'europarlamentare Salvini prova a fare il pontiere ed evitare l'incidente diplomatico. In ballo il congresso di dicembre: se il Senatur si stufa e si candida, si riprende il partito

Roberto Procaccini
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Il Carroccio scivola sulle sagre. La Lega Nord si spacca (o meglio: vede incarnarsi le sue fratture) intorno alle feste di paese della provincia di Piacenza. I vertici del partito si sono presto attivati per fare da pontieri tra due borghi dei colli piacentini, ma l'incidente diplomatico si è comunque consumato tra i banchi della festa e i fiaschi di vino novello. Si parte dalla festa della zucca di Pecorara (813 abitanti), appuntamento tradizionale dove anche quest'anno Umberto Bossi, padre del movimento, ha deciso di marcare presenza. Ma a 25 chilometri di distanza, a Ziano (2671 abitanti), Pietro Pisani (segretario provinciale del Carroccio), organizza un festival inedito del partito: "La festa politica è questa - dice al Corriere della Sera -, le altre sono sagre di paese". I mediatori - A ricucire quello che può sembrare uno strappo consumanto sulle sagre autunnali è l'eurodeputato Matteo Salvini, facendo la spola tra i due comuni. Anche il Senatur ha lanciato segnali distensivi: "Farò un salto anche a Ziano", ha detto tra i banchi di Pecoraro. Ma, malgrado le buone intenzioni, l'incidente si è consumato, anche perché il festival della Zucca si è trasformato in una sorta di happening degli scontenti della segreteria di Roberto Maroni.  In vista del congresso - In ballo c'è proprio la guida del partito. A dicembre si terrà il congresso per l'elezione del successore dell'ex ministro dell'Interno alla carica di leader del Carroccio. Salvini ha intenzione di candidarsi, ma per farlo deve tenere sotto controllo il malumore di Bossi. Umberto non è contento della Lega 2.0 e durante la festa della zucca s'è detto pronto a riprendere il controllo del partito per rimetterla in carreggiata. E' l'eventualità che Salvini deve escludere, per evitare di essere schiacciato da quella che diventerebbe una candidatura unica al congresso.

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